Ripubblico un documento su semipresidenzialismo e doppio turno che come gruppo di parlamentari proponemmo a Bersani nel settembre 2012.
Non ci fu data nessuna risposta e non fu aperta nessuna discussione nel partito: era evidente che facevamo i furbi e tiravamo a campare per non cambiare la legge elettorale.
Ora, a pochissimo dalla conclusione della legislatura, siamo giunti a un bivio: è meglio rassegnarsi all'impotenza_ riformatrice dell'attuale Parlamento e affidare l'elezione del nuovo Parlamento alla vecchia legge elettorale, o promuovere un ulteriore tentativo per produrre il cambiamento che tutti a parole considerano necessario? Si può propendere per la seconda soluzione a condizione che si tenga realisticamente conto delle posizioni in campo e di quanto si è prodotto finora nel voto di prima lettura,sal Senato, sulla riforma istituzionale. E all'esame della Camera la riforma della Costituzione, approvata dal Senato, che introduce l'elezione diretta del presidente della Repubblica e prevede, con soluzioni incerte e contraddittorie, un nuovo senato «federale».
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