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Magda Negri

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La ripresa d’attività è segnata dalla massima incertezza: fallito il vertice europeo di ieri sulla gestione dell’immigrazione dopo l’eccezionale apertura di Angela Merkel. Assoluta incertezza sulla riforma del Senato, dove le entusiastiche rassicurazioni sui numeri di Renzi ricordano numerosi precedenti di numeri mal calcolati ai tempi del governo Prodi. Per fortuna le cose in economia sembrano andare meglio ma ovviamente i tempi di ricaduta sulle famiglie e sui singoli non è immediato.

Sembra crescere dai sondaggi l’astensionismo e l’antipolitica, nonostante lo sforzo riformatore del governo. Bisogna interrogarsi con sincerità sui motivi di questo contesto di attesa e di scetticismo e affrontare il futuro con realismo, senza proclami, illusioni, enfasi di un uomo solo al comando.

Sono abbastanza soddisfatta del Festival provinciale dell’Unità a Torino, dove ho coordinato il coccardaggio. Credo che i guadagni andaranno bene, andranno bene anche se non è stata una festa di popolo ma una festa per militanti ed eletti, un po’ casalinga. Troppi dibattiti, troppo micro-dibattiti costellati da due-tre momenti di riflessione più “macro” sulla finanziaria e sulle prospettive politiche. Comunque abbiamo mobiltato tutto il mobilitabile, senza escludere nessuno.

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Salvare l'Europa: come uscire dal debito e dalla stagnazione

Venerdì 26 febbraio 2016
Sala Viglione, Palazzo Lascaris
Via Alfieri 15
Torino

Presiede: Magda Negri

Intervengono: Davide Gariglio, Mercedes Bresso, Alberto Majocchi, Enrico Morando

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Così come Syriza in Grecia non era il futuro profetico per la sinistra italiana, così non dobbiamo considerare che la sconfitta di Miliband in Inghilterra sia esattamente trasponibile nel dibattito della sinistra italiana. In Inghilterra ha pesato potentemente lo straordinario successo del partito nazionalista scozzese. Non facciamo equazioni troppo semplici. In Italia aspettiamo l’esito delle elezioni amministrative. Credo andranno bene, anche se peserà la disaffezione degli elettori vrso le elezioni locali. La formazione delle liste in Campania è il simbolo di un grave problema che si sta determinando nel PD: non basta imbarcare tutti per vincere. Bisogna vincere lealmente, con persone presentabili.

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