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Magda Negri

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"Dopo aver fatto gli auguri di buon lavoro alla nuova Segretaria di tutta la nostra comunità democratica, Elly Schlein, dico la mia in modo chiaro.

In sintesi, hanno perso i riformisti. Ci sta di perdere, per carità, ma non così. Infatti, noi che crediamo in un PD plurale e a vocazione maggioritaria avremmo dovuto denunciare il fallimento di questi ultimi quattro anni. E invece, a forza di bon ton e per non sembrare litigiosi, siamo riusciti a far credere che la colpa delle nostre sconfitte fosse di un PD troppo poco progressista. Così sono passati come rinnovatori quegli stessi che avevano vinto il congresso 2019 e che erano nella segreteria nazionale uscente, sconfitti nettamente alle elezioni politiche.
Abbiamo avuto ministri che ora vogliono fare il salario minimo dall’opposizione con i cinque stelle, ma quando avevamo la maggioranza non l’hanno fatto per non contraddire il sindacato di riferimento.
Abbiamo avuto ministri che volevano fare le case di comunità ma poi non hanno voluto portare i medici di medicina generale entro il SSN come dipendenti, per non litigare con la categoria.
Abbiamo avuto una delegazione di governo che ha accettato in silenzio una misura come il 110 per cento, che è andata a vantaggio soprattutto dei ricchi e del ceto medio alto. Sono gli stessi che alle primarie hanno sostenuto che bisognava spostare l’attenzione sulle case popolari e di basso pregio.
Abbiamo avuto un Segretario che ha tollerato la recente torsione massimalista e radicaleggiante, quindi velleitaria ed estranea a tutte le culture fondative del PD. Fino al punto di prendere in considerazione la pretesa di cambiare i principi costitutivi del PD in prossimità del congresso.
Potrei continuare, ma mi fermo. Ecco, invece di far emergere queste ed altre contraddizioni di chi ha guidato il partito in questi anni, abbiamo preferito giocare prudenti, annacquando la connotazione riformista e popolare. Così coloro che erano stati minoranza sono diventati, paradossalmente, i colpevoli.
Il risultato: mentre per la neo Segretaria si sono mossi gli apparati, per Bonaccini non si è mosso quell’elettorato che invece era venuto altre volte, perché stanco della deriva in corso.
Ci sarebbe infine anche molto da dire sul perché quella minoranza, rimasta ancora minoranza, non abbia saputo combattere in questi anni, ma preferisco soprassedere per pudore.
Ora, fosse per me, non darei una mano nella gestione del partito. Si lasci giustamente governare chi ha vinto. La segreteria non sia unitaria. E siano l’assemblea e la direzione i luoghi in cui si discute e si trova (se si riesce) una sintesi. Avanti insieme, va bene. Ma ora almeno con chiarezza nelle posizioni. E senza più l’unanimismo di facciata."

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Salvare l'Europa: come uscire dal debito e dalla stagnazione

Venerdì 26 febbraio 2016
Sala Viglione, Palazzo Lascaris
Via Alfieri 15
Torino

Presiede: Magda Negri

Intervengono: Davide Gariglio, Mercedes Bresso, Alberto Majocchi, Enrico Morando

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Così come Syriza in Grecia non era il futuro profetico per la sinistra italiana, così non dobbiamo considerare che la sconfitta di Miliband in Inghilterra sia esattamente trasponibile nel dibattito della sinistra italiana. In Inghilterra ha pesato potentemente lo straordinario successo del partito nazionalista scozzese. Non facciamo equazioni troppo semplici. In Italia aspettiamo l’esito delle elezioni amministrative. Credo andranno bene, anche se peserà la disaffezione degli elettori vrso le elezioni locali. La formazione delle liste in Campania è il simbolo di un grave problema che si sta determinando nel PD: non basta imbarcare tutti per vincere. Bisogna vincere lealmente, con persone presentabili.

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