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Magda Negri

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pubblicato da www.repubblica.it

 

Dalla direzione Ds via libera alle regole per il congresso che dovrà portare al Partito Democratico. Le assise, che la commissione apposita propone di tenere dal 19 al 21 aprile prossimi, si svolgeranno in una città ancora da stabilire. E, dopo una giornata di discussioni e trattative tra maggioranza e minoranza, e un ultima apertura all'"area Mussi" del segretario Fassino, si è stabilito che si voterò a scrutinio segreto, congiuntamente, per le mozioni e il segretario.

I lavori della delicata riunione diessina, convocata a Roma per fissare le regole e i tempi del congresso che sancirà l'inizio del percorso verso il partito Democratico, erano state preceduti da ore di discussione informale e da una nuova riunione della commissione congressuale. Che alla fine proponeva all'assemblea le date congressuali e il voto segreto, disgiunto, su mozioni e segretario.

La proposta lasciava perplessi, sia pure per motivi diversi, sia Mussi e che Angius, firmatari delle altre due mozioni congressuali. Con il primo che insisteva nel chiedere l'obbligo di votare assieme per il testo e per il firmatario come candidato alla segretaria.

Quindi, durante i lavori della direzione, l'ulteriore offerta di Fassino ("per consolidare l'unità") portava al voto: sì al voto congiunto, con Mussi soddisfatto e la sola opposizione di Angius e del componente della segreteria Antonello Cabras.

"Le regole congressuali sono un fatto di garanzia, innanzitutto per le minoranze: mi pare che Fassino abbia dato prova di notevole spirito unitario ed ha trovato una soluzione che ha consentito di superare una disputa che sarebbe stata sgradevole", è il commento di Massimo D'Alema. Che poi aggiunge: "Adesso si procede, passiamo al tema del congresso cioè la costruzione del Partito democratico".

In apertura dei lavori Fassino aveva preso di petto il tema più "caldo" degli ultimi giorni: la crisi dei Ds. "E' evidente - ha detto il segretario - che nella raffigurazione dei Ds di un partito allo sbando e in crisi, data su alcuni giornali, c'è un tentativo di delegittimazione della Quercia". "Ma non siamo allo sbando, questa è una rappresentazione caricaturale e deviante. Dobbiamo sottrarci tutti al tentativo di concedere ad una rappresentazione che se prende una piega, delegittima non qualcuno ma tutti". "Non si può costruire il partito democratico con i Ds in crisi - ha detto ancora il leader della Quercia -. Al contrario una forte nostra presenza è una delle condizioni decisive per realizzare quel progetto".

E, a proposito di Pd, Fassino ha precisato che il congresso non sancirà lo scioglimento del partito, ma impegnerà la Quercia a "mettere a disposizione la sua forza per la nascita del Partito Democratico".

Per Gavino Angius, i Ds si stanno avviando a un congresso "straordinario, perchè anticipato e anomalo, e perchè per tanti versi le tappe sono vincolate". "Se chiedo di azzerare le decisioni di Orvieto non è per cancellare l'obiettivo finale", ma per allargare "la base" e trovare "altri protagonisti come soci fondatori".

Da fabio Mussi un avvertimento a Fassino: "Il nostro non sarà un congresso dove si suonerà musica da camera, sarà un congresso hard. Il segretario ritiene che si può fare il congresso a ridosso delle amministrative? Benissimo, ma questa volta non ci sarà dovere patriottico, il congresso dirà quel che deve dire". E al segretario che giura sul "non scioglimento del partito", replica secco: "Una messa in scena".

 

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Così come Syriza in Grecia non era il futuro profetico per la sinistra italiana, così non dobbiamo considerare che la sconfitta di Miliband in Inghilterra sia esattamente trasponibile nel dibattito della sinistra italiana. In Inghilterra ha pesato potentemente lo straordinario successo del partito nazionalista scozzese. Non facciamo equazioni troppo semplici. In Italia aspettiamo l’esito delle elezioni amministrative. Credo andranno bene, anche se peserà la disaffezione degli elettori vrso le elezioni locali. La formazione delle liste in Campania è il simbolo di un grave problema che si sta determinando nel PD: non basta imbarcare tutti per vincere. Bisogna vincere lealmente, con persone presentabili.

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