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Magda Negri

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Cari tutti,

Nel mio recente scritto "Brevi note sul PD e le associazioni d’area" sollevo preoccupazioni per lo stato del PD, invitando le Associazioni, in particolare AperTO, a riflettere sul momento politico che il nuovo partito (per la cui nascita tutti noi ci siamo adoperati per anni) sta vivendo.

Sia pure con qualche distinguo che riguarda gli amici radicali della Aglietta, la questione è centrale non solo rispetto alle nostre personali ed associative esperienze ma per lo stesso sistema politico italiano, se non altro perché si affaccia il rischio di una lunga fase egemonica di una destra che non è certo da demonizzare ma che -è altrettanto certo- non ci convince e per molti versi ci preoccupa. Perciò è centrale che nei processi di formazione dell'opinione pubblica e della cultura politica diffusa riprenda vivacità e ruolo la società civile, dunque l'associazionismo che a questa destra si oppone.



Di conseguenza, è facile concordare sul fatto che la questione ha anche evidenti implicazioni rispetto alla forma-partito che il PD intende darsi. Se ipotizziamo un associazionismo del tutto separato dalla politica e dai partiti ciò non rileverebbe. Se però pensiamo ad un associazionismo politico-culturale che, come nel nostro caso, opera in piena autonomia dal PD ma che si colloca in una precisa area politica, volendo quindi contribuire alla discussione, ai programmi, alle politiche di settore, ecc., allora è rilevante se la forma-partito è tale da consentire sia l'autonomia delle associazioni d'area sia la loro capacità/possibilità di interagire, farsi ascoltare, essere rappresentate.

Ignorare il problema significherebbe implicitamente affermare che l'esperienza del PD è fallita, in una sorta di nichilistico "liberi tutti". LIBERTA'eguale ritiene invece che si debba fare ogni sforzo perché il PD superi le ragioni di crisi e, finalmente, si consolidi adeguandosi alle nuove condizioni dell'agire politico, cioè anche trasformandosi in una struttura aperta che sappia dialogare con le articolazioni associative della società civile.

Se questo quadro di riferimenti (certo da discutere e precisare) è in linea generale condiviso, concorderemo allora che non si può non tenerne conto nel programmare le nostre comuni attività future, compresa la Scuola Estiva che (come ho già detto) io incentrerei sulla crisi delle forme tradizionali della partecipazione politica e, quindi, sulla forma-partito.

Per le stesse ragioni riteniamo anche che sia necessario allargare il raggio d'azione di AperTO ad altre realtà associative analoghe, su base regionale. Proponiamo anzi una vera e propria Convenzione delle Associazioni, da tenersi a febbraio/marzo, in cui discutere collettivamente sul da farsi, come collegarsi, come mettere in rete le diverse esperienze, ecc. Il che comporta anche un ripensamento della struttura di AperTO, in particolare del sito, che va -secondo noi-alleggerito del blog attuale (senza eliminarlo), ed arricchito nei suoi contenuti di informazione, documentazione e formazione di opinione pubblica.

Nello stesso tempo, riteniamo anche che si debbano ridiscutere con il PD regionale le attuali norme statutarie che regolano i rapporti con le Associazioni, norme che non sono adeguate alla nuova stagione politica che è necessario aprire.

Sono anch'io disponibile per la riunione di coordinamento il 19 gennaio, alle 18, in via Bellezia (o anche da noi, in via Mazzini). Ho qui anticipato i temi che chiediamo siano discussi.

Un cordiale saluto a tutti.  Luciano Bonet




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Venerdì 26 febbraio 2016
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Così come Syriza in Grecia non era il futuro profetico per la sinistra italiana, così non dobbiamo considerare che la sconfitta di Miliband in Inghilterra sia esattamente trasponibile nel dibattito della sinistra italiana. In Inghilterra ha pesato potentemente lo straordinario successo del partito nazionalista scozzese. Non facciamo equazioni troppo semplici. In Italia aspettiamo l’esito delle elezioni amministrative. Credo andranno bene, anche se peserà la disaffezione degli elettori vrso le elezioni locali. La formazione delle liste in Campania è il simbolo di un grave problema che si sta determinando nel PD: non basta imbarcare tutti per vincere. Bisogna vincere lealmente, con persone presentabili.

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