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Magda Negri

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I nuovi piccoli Cesare in Europa

L' ingenuità in politica non é necessariamente una virtù.
Confesso... invecchio mantenendo ancora una certa dose di ingenuità.
Mai e poi mai avrei pensato che in Europa un capo di governo, in uno stato con pochissimi contagiati e malati, si appellasse al coronavirus per farsi dare dal parlamento, già normalizzato, pieni poteri anche di scioglimento del medesimo.
Questo paese si chiama Ungheria e il nuovo piccolo Cesare si chiama Orban.
Poi c' è in Italia un aspirante emulo, che osa dire con enfasi retorica che gli ungheresi hanno scelto in libertà e va benissimo così.
Popoli sovrani.
Il ragazzo impavido lanciato verso la democrazia si chiama Salvini.
Come si dice nella bassa novarese, sempre viva nel mio ricordo.."tirare su le orecchie".. capire bene di che cosa sono capaci gli amici dei nostri nemici.
 

Lunga quarantena..

Sarà ancora lunga.
Pasqua tristemente a casa... tempo fermo e uguale.
A me non pesa più di tanto, ma la vecchissima madre ha bisogni strani.
Vede la bella giornata e vorrebbe fare una passeggiata in carrozzella.
Il gatto è molto affettuoso, perché vede le persone sempre in casa.
Frigo vuotissimo..
La badante avrà ancora una settimana di ferie, perché ha una tosse forte e il medico di base non la autorizza ad uscire.
Arrivata a sostituire i biscotti, che non ci sono più, con pane burro e zucchero... dovrò ricorrere alla spesa portata a casa.
Incomincia una prova di sopravvivenza di un certo rispetto.
Mia figlia mi manda dalla Lombardia nomi di negozi e cooperative a Torino che consegnano cibi a casa.
Non so se consegnano anche le medicine.
Se va avanti così, e i miei amici non possono spostarsi da casa per qualche commissione per i controlli sempre più severi..dovrò ricorrere alle assistenti sociali.
Buffo.. ma finirà così.
Ma è per queste crescenti difficoltà che non riesco ad appassionarmi al "dopo".
Aspettiamo che questa onda di rischio e di dolore si abbassi.
Prendiamoci il tempo necessario.
 
 
 

In Germania diverse quarantene...

Lunga telefonata con la mia amica di Berlino.
Hanno ancora una certa agibilità individuale... possono andare in bici.. correre... mercati aperti e affollati.
Possono passeggiare in 3: 2 della stessa famiglia o scala..1 estraneo.
In Baviera sono esattamente nella condizione italiana.
Ma a lei..nata e cresciuta in uno stato federale, questa diversità non crea il minimo problema nè rivendicazione.
 

Lo sdegno e gli ostacoli

I 10 giorni di trattativa e transizione con la Commissione e il Consiglio Europeo per gli aiuti a tutti i paesi d'Europa e in particolar modo quelli più colpiti, sarà spinoso e aperto a possibili esiti diversi.
L'elicottero monetario, che molti vogliono intravedere nella proposta Draghi, è un azione di politica economica composta almeno da 3 elementi:
- spesa pubblica in disavanzo, anche rappresentata da trasferimenti unilaterali dallo Stato a imprese e cittadini;
- il finanziamento monetario di tale spesa da parte della Bce;
- una corrispondente possibile riduzione del valore della moneta emesso da quella banca.
Applicato negli anni '70, fu molto rischioso: potrebbe costare oggi la perdita di valore dell'Euro, l'aumento esponenziale dei deficit e debiti pubblici europei e vede il vincolo della Bce che può implementare qualunque politica monetaria, purchè compatibile con l'obiettivo di medio periodo di non intaccare stabilmente il valore dell'Euro.
Quindi qualsiasi soluzione attuale di elicottero monetario in un'economia di guerra come si ritiene sia quella che viviamo, dev'essere assolutamente eccezionale, breve, contingente, per non colpire la solidità strutturale dell'Euro e la capacità della Bce di difenderla nei tempi normali.
I conservatori, come Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione Europea, argomenta ieri, su Il Sole24Ore, che tutta la flessibilità già decisa valga 93 miliardi, da utilizzare nei sistemi sanitari europei, e sostiene che ulteriori risorse per la ricerca del vaccino e per il sostegno di cassa immediato alle imprese compongono voci essenziali.
Confido inoltre che la Bei libererà altri 20 miliardi di crediti alle Pmi, destinati a finanziare il capitale d'esercizio.
La Commissione ha già speso 50 milioni di euro per produrre mascherine e attrezzature mediche.
La linea di confine del fronte del Nord (Germania, Olanda, Danimarca ecc.) si ferma qua.
La proposta degli Eurobond finalizzati alla pandemia trova sostenitori solo nell'Italia, la Spagna e altri paesi del fronte del Sud.
Carlo Cottarelli, ieri su La Stampa, chiede di più ai vertici della Bce: sostanzialmente chiede un aiuto aggiuntivo, un approccio ancora più costruttivo da parte della Bce e della Commissione, perchè le decisioni della Bce vengono prese a maggioranza, e si può pensare che l'alleanza Italia - Francia - Spagna e altri paesi può continuare a mettere in minoranza il Nord Europa.
Cottarelli ritiene che finora questa sia la strada migliore perchè l'emissione di Eurobond o l'attivazione del Mes senza condizionalità richiede l'unanimità dei paesi dell'area euro.E' possibile infrangere questa regola dell'unanimità?
Forse qui sta il nodo, ma mentre per il rapporto deficit/Pil ci sono gestioni più elastiche, questa unanimità per l'emissione degli Eurobond e l'utilizzo del Mes sembra un muro quasi invalicabile.
Bisogna vedere se ci sarà la forza politica per abbattere questo muro o se si può arrivare a ingenti risorse percorrendo anche altre vie.
 
P.S.: anche se siamo annoiati e sempre più tristi, consiglio di seguire il dibattito sull'Europa su Il Foglio e Il Sole24Ore perchè, almeno secondo me, aiutano a capire la concretezza dei problemi, al di là della giusta indignazione per la pigrizia politica e intellettuale di parte della classe dirigente europea.
 

Evitare di annegare

Già quasi 2 ore di cattive notizie.
La solita sveglia delle 5 non è propizia di attese positive.
In tutto il mondo mancano respiratori e strumenti di protezione.
Gli infermieri spagnoli, come quelli di New York, si fanno fotografare difesi dalla plastica nera dei sacchi della spazzatura...
Medici di base, ospedalieri, infermieri, pagano un tributo inconcepibile di ammalati e morti.
Sembra di essere nell' 800... nell'epoca eroica dei medici sperimentatori dei primi vaccini..
Sono fatti e immagini che stravolgono la certezza di sè, dell'Occidente sviluppato.
Le opinioni pubbliche... nelle parti più fragili... incominceranno a vacillare.
Il primo confronto europeo su Eurobond comuni per la pandemia è andato male... ma non è chiuso.
Il ministro degli esteri tedesco rilascia una lunga intervista sul Corriere per dire che bastano i soldi della Bce, della Bei, dei fondi strutturali non spesi lasciati all'Italia e specialmente delle linee di credito del Mes.
Lo stanziamento dei singoli stati alle proprie economie si profila ingente.
Vedremo quanti saranno i soldi reali.
Conte ha orgogliosamente minacciato "faremo da soli" che in sostanza vuol dire patrimoniale e specialmente saccheggiare la Cassaforte di Cassa depositi e prestiti... il risparmio postale delle famiglie italiane..
Fino ad adesso mi pare che il Piano Draghi, di un massiccio ricorso al debito, ha trovato udienza solo alla Bce... finito l'effetto Lagarde.
Le imprese chiedono denaro fresco e cash e subito... le famiglie reddito e protezione dai rischi della disoccupazione..
Scenario molto grave.
É curioso notare, come succede agli economisti, quello che è successo a virologi e medici igienisti.
Grande differenze di analisi.
Fino a una settimana fa si diceva che ci sarebbe stato un facile effetto rimbalzo.
Prima giù nel Pil, poi pochi mesi per recuperare gran parte di quello che si era perso.
Adesso nessun effetto rimbalzo.
Evitare di annegare.
 

Passo enorme della BCE. Ma ora serve il bilancio dell’Euroarea

In attesa di nuovi sviluppi riguardanti possibili CoronaBond, la riproposizione del bilancio dell'area Euro, tanto sostenuta anche da Macron, è senza dubbio un obiettivo perseguibile.

http://www.libertaeguale.it/passo-enorme-della-bce-ma-ora-serve-il-bilancio-delleuroarea/?fbclid=IwAR2xAil-EaGyKHWJURFphj5buKPxr1peorrFbNODFL06YCIKQew7_sxrjJM 

Passo enorme della BCE. Ma ora serve il bilancio dell’Euroarea

 
Enrico Morando mercoledì 25 Marzo 2020
 

Le urla alla “congiura” contro l’Italia si erano sprecate: la disastrosa frase di Lagarde sarebbe stata la prova, nell’ordine, 1-della volontà dei Paesi nordici di approfittare della crisi coronavirus per ridurre in cattività gli odiati Paesi Mediterranei; 2-dell’assoluta inutilità dell’Unione monetaria (e, forse, dell’Unione come tale); e, infine 3-di quanto avessero avuto ragione coloro che- dal Six Pack al MES- avevano avversato e avversano ogni nuovo passo verso l’integrazione.

La BCE incrementa il programma di acquisti: +750 miliardi

Le decisioni assunte dalla BCE tra mercoledì e giovedì della settimana scorsa dimostrano invece che la frase di Lagarde (non è compito della BCE ridurre lo spread), era una sesquipedale cazzata (quando ci vuole, ci vuole…) della neoPresidente, che non era soltanto in aperta contraddizione con la linea tenuta dalla BCE dalla crisi del debito sovrano ad oggi, ma esprimeva addirittura la posizione opposta a quella assunta dalla maggioranza dell’organismo direttivo della stessa BCE nella riunione che aveva preceduto la conferenza stampa di Lagarde.

Lo prova la scelta del Consiglio direttivo della BCE di incrementare il programma di acquisti 2020 di ben 750 miliardi; ma soprattutto quella- assolutamente senza precedenti- di cancellare il vincolo a che gli acquisti di titoli di ciascun Paese siano tenuti in limiti direttamente proporzionali alla dimensione relativa dell’economia del Paese stesso (per l’Italia, il 13%). In sostanza, nel Consiglio BCE si è formato un ampio consenso sulla necessità di uscire da un vincolo che avrebbe impedito, nel caso del concentrarsi delle difficoltà sui titoli di debito di un Paese membro- nel contesto di una più generale crisi dell’Area euro-, di incrementare il volume degli acquisti BCE di titoli di quel Paese, “per quanto necessario e per tutto il tempo necessario”.

Se la minaccia viene da un agente esterno

Il passo è davvero enorme, ed ha potuto essere compiuto -a mio parere- in virtù del fatto che questa volta il fattore originario della crisi colpisce, almeno potenzialmente, tutti i Paesi membri in modo simmetrico, così convincendo anche i più riottosi di una verità di cui in passato non avevano voluto prendere atto: in un contesto generale di recessione, l’intero edificio dell’euro può rovinare su se stesso se si abbandona al suo destino anche uno solo dei Paesi membri. Il quale Paese-sia chiaro-non ha alcun diritto di chiedere che gli organismi comunitari paghino al posto suo i debiti eccessivi contratti in passato e male usati (il rischio paventato dai Paesi nordici, non senza qualche buona ragione: si veda la legge di bilancio gialloverde 2019-2021). Ma ha il diritto (ed anche il dovere, se l’idea del “bene comune” non è del tutto smarrita) di chiedere che l’intera potenza degli organismi comunitari venga impiegata quando l’incendio che lo minaccia non ha nulla a che vedere coi suoi debiti passati, ma nasce da un agente esterno ed appare in grado di aggredire l’intero edificio comunitario.

Il comunicato del Consiglio direttivo della BCE afferma la nuova visione con grande chiarezza: “Nella misura in cui alcuni limiti autoimposti ostacolassero l’azione che la BCE è tenuta ad intraprendere per adempiere al suo mandato, il Consiglio direttivo prenderà in considerazione la possibilità di rivederli nella misura necessaria per rendere la sua azione proporzionata ai rischi che dobbiamo affrontare”. Non è un caso che sia un organismo “integralmente” federale come la BCE- l’unico, tra quelli dell’Unione, ad essere davvero tale- a prendere su di sé l’incarico di indicare la strada da seguire ai cittadini europei nel loro complesso.

Evitato il default del debito pubblico italiano

Sottolinearlo, non è vuota retorica europeista: sono passati pochi giorni da quando, al primo manifestarsi degli effetti della pandemia e di fronte ai gravissimi limiti della “nuova” leadership comunitaria, molti cittadini e la quasi totalità dei commentatori hanno intonato il “de profundis” sulla costruzione europea in quanto tale: a che serve l’Unione, se non ha un ruolo in circostanze così drammatiche? Lo Stato nazionale è la nostra salvezza.

Che nella gestione di una crisi come quella del coronavirus lo Stato nazionale -anche quello delle “piccole” nazioni europee- abbia molto da dire e da fare, è ovviamente vero. Ma sono bastate poche ore per distinguere questo “vero” dalla facile propaganda anti-europea: senza la svolta della BCE, ora staremmo già discutendo, in Italia, di come evitare il default del debito pubblico. Lo ha spiegato bene Olivier Blanchard: quando è scoppiata la crisi, il debito pubblico italiano era pari al 135% del Pil e lo Stato pagava, sulle nuove emissioni, un tasso di interesse inferiore all’1%. Per la stabilizzazione del debito a quei livelli, bastava dunque un avanzo primario annuo attorno all’1%. Ampiamente sostenibile. Ma se la crisi coronavirus riduce di molto le entrate (tutto chiuso, giustamente) e aumenta enormemente le uscite (tutto il necessario a salvare vite umane, giustamente), mentre lo spread aumenta (in un solo giorno, quando sembrava che “BCE non fosse al mondo per ridurlo”, oltre 100 punti base in più), e con lui i tassi di interesse salgono, l’avanzo primario necessario per stabilizzare il debito (nel frattempo salito vicino al 145% del Pil) sarebbe più vicino al 5% annuo che all’1. Assolutamente insostenibile, sia economicamente (una simile stretta accentua la caduta del PIL), sia politicamente (l’offensiva populista, già formidabile, avrebbe facilmente ragione delle residue resistenze liberaldemocratiche).

Serve una politica fiscale oltre la crisi

Scampato pericolo? Per come si erano messe le cose, sì. Ma il compito più difficile è di fronte a noi, ed abbiamo pochissimo tempo per svolgerlo: senza una politica fiscale dell’Area euro, lo strumento della politica monetaria -per quanto ben utilizzato- non ha la potenza di fuoco necessaria.

Qualcosa di rilevante si è mosso, in questi giorni, ma ancora non ci siamo. L’attivazione della “general escape clause” da parte della Commissione è certamente una notizia buona. Ma è anche, per dirla chiaramente, una notizia ovvia. Recita infatti il Six Pack (sì, quello che allora, nel 2011, non avremmo dovuto firmare): “In periodi di severa recessione per la Zona euro o tutta l’Unione europea, gli Stati possono temporaneamente allontanarsi dall’aggiustamento verso l’obiettivo di medio termine (OMT), posto che ciò non metta a rischio la sostenibilità di bilancio nel medio termine “. Se quello che stiamo vivendo non è un “periodo” che solleciti l’applicazione di questa clausola, quale mai lo sarà?

Fino a qui però, siamo nel contesto della “eccezione”; del “temporaneo”. Dunque, della emergenza che reclama rimozione dei vincoli per gli Stati membri. Benissimo. Ma i bilanci degli Stati membri sono diversi: ammesso che tutti usino lo spazio fiscale che hanno (e lo faranno, tutti. Oh, se lo faranno…), il motore così alimentato (ed aiutato dalla politica monetaria-anche selettivamente- ultraespansiva) non avrebbe la potenza di traino necessaria per uscire dal pantano della crisi. E, soprattutto, sarebbe un motore che fornisce una spinta asimmetrica, mentre nel pantano della crisi ci sono tutti gli Stati membri.

L’Eurozona deve dotarsi di un suo bilancio

Tutt’altra cosa se l’attivazione della clausola sospensiva è da intendersi come la prima, indispensabile scelta sulla strada che conduce l’Area dell’euro a dotarsi di un suo bilancio. Altro che dilemma su cui è bloccato il Bilancio dell’Unione: l’1% del PIL dell’Unione o l’1,..? No, si deve trattare di quel Bilancio dell’Euroarea -uscite proprie ed entrate proprie- che può finalmente far camminare “mano nella mano” la politica monetaria e quella fiscale, altrimenti destinate a neutralizzarsi (quando va bene), o ad ostacolarsi (quasi sempre) reciprocamente.

Nel giugno del 2018, a Meseberg, Merkel e Macron sostennero di comune accordo “l’istituzione del Bilancio dell’Eurozona. Per la competitività, la convergenza, la stabilizzazione, a partire dal 2021” (dal comunicato finale). Allora, fu il governo italiano Conte 1º a mandare tutto all’aria, inseguendo la sua propaganda sull’immigrazione e la Legge di bilancio balconara. Adesso, molto opportunamente, è lo stesso Conte -a capo di un diverso governo- a proporre che il MES emetta titoli di debito per finanziare gli interventi europei nella crisi coronavirus. È un bel cambiamento. Che l’Italia potrebbe robustamente sostenere attraverso due iniziative politiche: il voto del Parlamento per ratificare il trattato sul “nuovo” MES e l’approvazione di una mozione parlamentare che, impegnando il governo a compiere ogni sforzo per decidere, con gli altri partner dell’euro, per la creazione di un Bilancio dell’Euroarea, affermi solennemente che esso non deve essere rivolto a mettere in comune i debiti passati (quelli, sappiamo di averli usati male e di doverli pagare noi), ma a fare investimenti futuri sul futuro comune.

Presidente di Libertà Eguale. Viceministro dell’Economia nei governi Renzi e Gentiloni. Senatore dal 1994 al 2013, è stato leader della componente Liberal dei Ds, estensore del programma elettorale del Pd nel 2008 e coordinatore del Governo ombra. Ha scritto con Giorgio Tonini “L’Italia dei democratici”, edito da Marsilio (2013)

 

Sorprese scaramantiche

La mattina ci si sveglia presto... verso le 5 per colpa del gatto, che esige di andare sul balcone ad aspettare l'alba.
Per non perdere tempo incomincio a pulire e disinfettare la piccola casa di mia mamma, che è ormai l' unico angolo in cui staziono... pur avendo una casa abbastanza comoda e grande.
Spolvera qui e sposta là... ecco proporsi un vecchio macinino di legno con annesso corno napoletano scaramantico.
Come ci è finito là non lo so...
Comunque non lo sposto.
 

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Salvare l'Europa: come uscire dal debito e dalla stagnazione

Venerdì 26 febbraio 2016
Sala Viglione, Palazzo Lascaris
Via Alfieri 15
Torino

Presiede: Magda Negri

Intervengono: Davide Gariglio, Mercedes Bresso, Alberto Majocchi, Enrico Morando

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Così come Syriza in Grecia non era il futuro profetico per la sinistra italiana, così non dobbiamo considerare che la sconfitta di Miliband in Inghilterra sia esattamente trasponibile nel dibattito della sinistra italiana. In Inghilterra ha pesato potentemente lo straordinario successo del partito nazionalista scozzese. Non facciamo equazioni troppo semplici. In Italia aspettiamo l’esito delle elezioni amministrative. Credo andranno bene, anche se peserà la disaffezione degli elettori vrso le elezioni locali. La formazione delle liste in Campania è il simbolo di un grave problema che si sta determinando nel PD: non basta imbarcare tutti per vincere. Bisogna vincere lealmente, con persone presentabili.

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