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Magda Negri

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L'Unità 16 novembre 2007 - Veltroni sbarca sul Web 2.0 - Luca Domenichini


L'idea è "cool", cioè brillante, alla moda. Quanto basta per attirare un pubblico certamente giovane, più vasto e comunque interessato alla politica. Il sindaco Walter Veltroni, segretario del Partito Democratico, ha lanciato la sfida elettorale nel web anche su Twitter , una delle principali piattaforme Usa di micro-blogging, vale a dire uno spazio della Rete creato apposta per comunicare direttamente con il pubblico e stare in contatto con amici in tempo reale.
È lui stesso che lavora sulla pagina, siglando i messaggi e le risposte con la firma «WV», anche se con la collaborazione di un piccolo staff di tecnici e appassionati volontari. Una passione, quella per Internet, che del resto è anche di Veltroni, che la condivide con le figlie Martina e Vittoria di 19 e 15 anni.

Ma cosa è un micro-blog? È diverso dal blog, perché l’utente ha soltanto 140 caratteri per scrivere. Ci si registra (la registrazione è gratuita, ndr) e si compila una specie di agenda che permette all'utente di sapere cosa stanno facendo i propri amici in tempo reale. Le altre persone - inserite tra gli "amici" - leggono quello che stanno facendo gli altri in diretta e ne parlano sulla propria pagina (Web) di Twitter o quella altrui. In America si possono mandare con Twitter anche i messaggi Sms via web per un aggiornamento che è costante. Insomma, una specie di agenda vivente.

A differenza dei blog, sui micro-blog non si possono lasciare commenti. Non ci sono, quindi, i problemi avuti per esempio dal Guardasigilli Clemente Mastella, con il suo blog intasato di oppositori. Però si può partecipare. Anzi, il micro-blog è proprio la nuova tendenza del Web 2.0, la seconda fase di Internet. Non a caso negli Usa Barack Obama e Hillary Clinton, candidati alla presidenza alla Casa Bianca, hanno una pagina su Twitter.

Applicando questa idea alle campagne elettorali, il micro-blog è un modo di seguire per gli elettori gli spostamenti del candidato, sapere dove il proprio politico di riferimento partecipa a incontri e comizi, conoscere umori ed emozioni.

Anche Veltroni lo usa così: per messaggi veloci e forti. Basta leggere, per esempio, il commento pubblicato dopo l'apertura al dialogo con la Cdl sul tema delle riforme: «Sulle riforme cercherò ampie convergenze, anche con il "no" della Cdl, che si preoccupa delle spallate, mentre noi pensiamo al bene del Paese». Ed è anche un modo per saltare la mediazione giornalista di giornali e tv e per fare proprie considerazioni: «Io non coltivo l'idea che un uomo politico debba ogni giorno stare in tv, dire la sua su tutto, animare o rispondere a una polemica», osserva. «Sono fatto così. La tv consuma idee, volti, parole».

Un'idea così "buona" che già ci sono le imitazioni. È nato infatti già un "fake", un falso microblog di Veltroni, che dal suo staff fanno sapere «dev'essere uno scherzo». Fatto molto bene, aggiornato, dove un falso «WVeltroni» - questa la sua sigla - risponde come un replicante. È identificabile perché, a differenza di quello vero, usa come logo di presentazione una figurina presa da un cartone animato di un ragazzino di colore, come un rapper. E questo sembra decisamente troppo "cool".


 

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Così come Syriza in Grecia non era il futuro profetico per la sinistra italiana, così non dobbiamo considerare che la sconfitta di Miliband in Inghilterra sia esattamente trasponibile nel dibattito della sinistra italiana. In Inghilterra ha pesato potentemente lo straordinario successo del partito nazionalista scozzese. Non facciamo equazioni troppo semplici. In Italia aspettiamo l’esito delle elezioni amministrative. Credo andranno bene, anche se peserà la disaffezione degli elettori vrso le elezioni locali. La formazione delle liste in Campania è il simbolo di un grave problema che si sta determinando nel PD: non basta imbarcare tutti per vincere. Bisogna vincere lealmente, con persone presentabili.

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