Ho ascoltato da Radio radicale la prima Assemblea della mozione Marino a Orvieto. Presumo ci fosse molta gente, perché ho sentito tanti applausi fragorosi. Sento con soddisfazione che Marino non propone una corrente (ho avuto molti colloqui con lui e con esponenti nazionali), ma una ricca rete di pensiero e di iniziativa attraverso un portale web, per suscitare approfondimenti programmatici. Bene.
Ignazio ha fortemente puntato sulla unificazione del mercato del lavoro, libertà di stampa e dell’uso di Internet, rigorosa laicità, critica dell’illusione del rapporto privilegiato con l’Udc e ritorno del life motiv di un partito che sappia decidere. Però non dice nulla sulla funzione del Pd, sia pure in un ragionevole quadro di alleanze. Strano. Poi Bersani interviene e trionfa. Perennemente interrotto dagli applausi di una platea che immagino emotiva e combattiva. Difende il possibilismo equivalente delle alleanze, dall’Udc ai Radicali. Difende la forza dei valori del passato da cui veniamo.
Li unisce la figura di Spinelli. La Bonino non vuole togliersi la veste di leader radicale. La unisce grande amicizia con Marino. Rivendica la disubbidienza civile contro l’aborto clandestino. Dice che in Lazio si ereditano 10 miliardi di debito dalla giunta precedente. Dice anche che ci vogliono più regole e trasparenza. Più legalità e ribadisce il no al nucleare. Parla dei guasti prodotti dalla degenerazione partitocratrica della democrazia..
Sarà interessante capire cosa uscirà da questi due giorni della Mozione Marino. Ma si può davvero prescindere dall’orizzonte politico della funzione del Pd? E’ bene sempre parlare di tutto, ma non limitarsi a parlar d’altro..