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Magda Negri

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Primarie torinesi. Airaudo ha rinunciato a candidarsi a sindaco di Torino forse per non compromettere i rapporti sindacali, ma il problema non cambia. La lotta della Fiom  è quella per il no agli investimenti Fiat a Torino e il no al mutamento delle relazioni sindacali. Una Fiom che non firmerà il contratto né ora né mai, che vuol trascinare allo sciopero generale contro il governo. La Fiom che ha saldato intorno  sé il movimento No tav e per ‘il bene comune’.

La Fiom che ha incorporato la critica radicale di Micromega non solo contro Berlusconi, ma contro la degenerazione irreversibile della democrazia in Italia. Questa Fiom è oggettivamente collocata sul terreno sella protesta sociale che si fa senza mediazione politica e quindi del segmento di sindacato che si fa soggetto politico consapevole. In termini più  ’macro’ ciò avvenne negli anni della solidarietà nazionale contro Berlinguer, in una azione di dialettica antagonista a quel  governo. E con Cofferati nel 2001-2.

Con Cofferati però era più accentuata la dimensione di opposizione sociale.  L’azione della Fiom è più mirata a organizzare ed egemonizzare una non nuova sinistra antagonista in opposizione dialettica ora al Pd. Tutto normale e tutto utile, purché i protagonisti dell’una parte e dell’altra impugnino con chiarezza le proprie ragioni di fronte alle sfide del cambiamento del Paese. 

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Salvare l'Europa: come uscire dal debito e dalla stagnazione

Venerdì 26 febbraio 2016
Sala Viglione, Palazzo Lascaris
Via Alfieri 15
Torino

Presiede: Magda Negri

Intervengono: Davide Gariglio, Mercedes Bresso, Alberto Majocchi, Enrico Morando

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Così come Syriza in Grecia non era il futuro profetico per la sinistra italiana, così non dobbiamo considerare che la sconfitta di Miliband in Inghilterra sia esattamente trasponibile nel dibattito della sinistra italiana. In Inghilterra ha pesato potentemente lo straordinario successo del partito nazionalista scozzese. Non facciamo equazioni troppo semplici. In Italia aspettiamo l’esito delle elezioni amministrative. Credo andranno bene, anche se peserà la disaffezione degli elettori vrso le elezioni locali. La formazione delle liste in Campania è il simbolo di un grave problema che si sta determinando nel PD: non basta imbarcare tutti per vincere. Bisogna vincere lealmente, con persone presentabili.

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