header

Magda Negri

header

La Margherita parte in pool position nella corsa verso il PD. E dice che questa corsa non sarà lunga, detta un crono-programma stringente, riduce al minimo le connotazioni federative della fase costituente, punta dritto all’elezione del Presidente e degli organi costituenti già alla fine del 2007, inizio 2008.
Analogamente alle due prime “mozioni madri” il nuovo testo del documento politico si presenta stringato, quasi un manifesto politico, fortemente assertivo.
Il progetto di rinascita nazionale, di società libera, giusta, di rinnovamento morale e generazionale è declinato nelle forme note.
Ribadita, e nota, è la necessità di integrazione dei vari riformismi, l’indicazione non di confluenza nel PSE, ma della costruzione, con il PSE, di una rete di più vaste relazioni con formazioni democratiche, a partire dal Democratici americani, vocate alle nuove sfide etc..
Consueta è la riaffermazione del valore della laicità, nel futuro partito “non già come indifferenza alle esperienze religiose, ma come distinzione di responsabilità tra convinzioni religiose e compiti delle istituzioni. Lo stesso dicasi per la riforma elettorale, i gruppi unitari etc.
Dove sta il nuovo, la mediazione interpretabile?
Banalmente nel corsivo, lì vive il progetto del PD come “inveramento…sviluppo dell’Ulivo”, aperto “fin nella sua fase costituente alla più larga partecipazione di cittadini” che potranno aderirvi “in forma personale e diretta”
Lì si mettono i paletti temporali che soli possono dar sostanza ad un progetto maturato dagli anni 90 in poi:
elezione dell’Assemblea Costituente e del Presidente fra un anno circa da oggi, sino alla conclusione dell’autonoma attività politica della Margherita, all’atto di nascita del PD.
Sì, ma a quando? Il processo costituente sfocerà in un soggetto politico costituito per le elezioni Europee del 2009? O l’intensità dei propositi nuovi non è incompatibile con il trascinamento fino alla scadenza della legislatura?
Colpisce la precisione del 1° tempo (elezione del Presidente e dell’Assemblea Costituente) e la vistosa indeterminatezza del 2°.
Il tempo sarà il fattore strategico di questo processo, insieme alla qualità dell’azione del governo Prodi.
E i DS? Il nostro è un percorso estremamente più complesso e diffusamente partecipato.
La Margherita apre i congressi con una mediazione politica che diventa proposta unificante di un ristretto gruppo dirigente e ai militanti non resta che arricchirla con specifici contributi e collegare ad essa le liste elettorali.
I DS andranno con diversificate mozioni e solo alla fine si conosceranno le decisioni  dell’attuale “azionista di maggioranza”.
Bella complicazione.
Da una parte, una perfezionata proposta politica, compatta verso il si al PD, ma piuttosto “disincarnata”; dall’altra, un ventaglio di posizioni che potrebbero anche elidersi a vicenda, e un esito non scontato. Ma qualunque sarà quell’esito sarà dettato dal voto diretto e personale di decine di migliaia di militanti.
Inoltre, questa è la vicenda che sarà giocata nel “primo cerchio” della militanza attiva.
Auguriamoci che tutti i futuri protagonisti del PD, che non sono né iscritti e né militanti di nessuno dei partiti attuali dell’Ulivo, non siano costretti a stare troppo a lungo in panchina.

Scarica la mozione dal sito della Margherita

Cerca nel sito

Podcast

Appuntamenti

Salvare l'Europa: come uscire dal debito e dalla stagnazione

Venerdì 26 febbraio 2016
Sala Viglione, Palazzo Lascaris
Via Alfieri 15
Torino

Presiede: Magda Negri

Intervengono: Davide Gariglio, Mercedes Bresso, Alberto Majocchi, Enrico Morando

Leggi tutto...

Videoblog



Così come Syriza in Grecia non era il futuro profetico per la sinistra italiana, così non dobbiamo considerare che la sconfitta di Miliband in Inghilterra sia esattamente trasponibile nel dibattito della sinistra italiana. In Inghilterra ha pesato potentemente lo straordinario successo del partito nazionalista scozzese. Non facciamo equazioni troppo semplici. In Italia aspettiamo l’esito delle elezioni amministrative. Credo andranno bene, anche se peserà la disaffezione degli elettori vrso le elezioni locali. La formazione delle liste in Campania è il simbolo di un grave problema che si sta determinando nel PD: non basta imbarcare tutti per vincere. Bisogna vincere lealmente, con persone presentabili.

Ultime da Facebook

Il mio partito

Partito Democratico