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Magda Negri

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L'assemblea regionale del PD si è riunita ad Alessandria durante lo scorso week end, a discutere l'esito amministrativo e le prospettive politiche nazionali. Sull'esito delle amministrative ho recentemente pubblicato un articolo, al quale rimando.

Federico Fornaro ha elaborato un'analisi perfetta dei flussi elettorali in Piemonte. È emersa una rara unità politica: nessuno ha intenzione di sedersi sugli allori e sono tutti consapevoli che alle prossime elezioni politiche non si ridarà questo tipo di partita, dov'è facile fare goal perché la squadra avversaria non gioca e il portiere è distratto.

Stranamente, se non fosse stato per il Senatore Ceccanti, non era all'attenzione dei membri dell'assemblea la proposta del PdL di accogliere l'ipotesi del doppio turno di collegio e coronarlo con l'elezione diretta del Presidente della Repubblica. Serpeggia una rassegnata convinzione che difficilmente si riuscirà a cambiare la legge elettorale e a fare significative riforme costituzionali. Nessun politicismo, nessuna "fissa" sulle alleanze ma concentrazione sull'offerta politica del PD - anche se all'ultimo minuto siamo diventati tutti sostenitori del partito a vocazione maggioritaria.

Si discute anche del nuovo modo di essere, più trasparente, più aperto, più sobrio, che la richiesta popolare fa al mondo dei partiti.
Eppure c'è qualcosa di strano in questa rimozione che l'assemblea sta facendo sui temi di riforma elettorale e riforma costituzionale: si rafforza l'esercito, si preparano munizioni e nuovi stati maggiori ma si ignora ancora il campo di battaglia.

Oggi avrebbe dovuto tenersi la direzione PD, rinviata per rispetto nei confronti delle popolazioni colpite dal terremoto di questa mattina nel Nord Italia.

Mi sembra chiaro il punto: dopo le amministrative, con discontinuità rispetto al lavoro fatto dalla commissione affari costituzionali del Senato, il PD è tornato a proporre per la legge elettorale il doppio turno di collegio secondo la proposta Bersani depositata alla camera. Il PdL ha rilanciato con doppio turno di collegio ed elezione diretta del Presidente della Repubblica secondo la proposta Salvi Dalema della bicamerale del 1998, che all'ultimo momento Berlusconi aveva rovesciato.

Nessuno si fida di Berlusconi ma possiamo dire solo Timeo Danaos et dona ferentis? Non è più così facile per nessuno bluffare. Su questo punto credo verterà la discussione. Bene il fatto che Bersani non abbia accettato il perentorio invito di Vendola e Di Pietro (troppo perentorio per essere un invito vero) per il tridente frontista come cuore della proposta politica.

Un altro punto di discussione potrebbe essere questa idea, in confusa gestazione tra un gruppo di sindaci e il quotidiano Repubblica: il PD con i suoi attuali equilibri e incompletezze da una parte, dall'altra una specie di listone della società civile fatto di bei nomi e di belle speranze, organizzato dal PD. Stranissima idea di quello che dev'essere un soggetto politico a vocazione maggioritaria...

 

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Così come Syriza in Grecia non era il futuro profetico per la sinistra italiana, così non dobbiamo considerare che la sconfitta di Miliband in Inghilterra sia esattamente trasponibile nel dibattito della sinistra italiana. In Inghilterra ha pesato potentemente lo straordinario successo del partito nazionalista scozzese. Non facciamo equazioni troppo semplici. In Italia aspettiamo l’esito delle elezioni amministrative. Credo andranno bene, anche se peserà la disaffezione degli elettori vrso le elezioni locali. La formazione delle liste in Campania è il simbolo di un grave problema che si sta determinando nel PD: non basta imbarcare tutti per vincere. Bisogna vincere lealmente, con persone presentabili.

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