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Magda Negri

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L'Assemblea nazionale del PD, che era meglio non convocare perché non avevamo niente di preciso e istruito da far votare, ha avuto nel mattino una discussione discreta, nonostante il burocratico attacco Franceschini Bersani al documento dei 15 che è di fatto l'unico tema concretamente in campo nella discussione politica del centro sinistra.

Ottimi gli interventi di Morando e di D'Alema, un po' rituali ma comunque all'altezza di un buon dibattito politico. Quando, dopo le conclusioni di Bersani, già molti delegati se ne erano andati a casa, è nato il gran casino della presentazione e della votazione dei vari ordini del giorno sui temi etici, materia intorno alla quale l'appoggio della Commissione aveva lavorato per circa un anno. Con effetti paradossali, tra la parodia stalinista e una franca comicità.

I giornali ci hanno marciato, Grillo e Di Pietro vi si sono avventati con spudorata immediatezza. Ma resta un quesito, chi ha autorizzato Rosi Bindi e tutta la presidenza a procedere con tecnica preclusiva niente affatto copiata dal regolamento parlamentare ma solo segno di un imbarazzo politico?

È stato provocatorio mettere ai voti prima il documento unitario, una specie di saggio non immediatamente propositivo, e non autorizzare alla votazione documenti diversi e più limitati. Non è vero che il documento unitario prevedeva in sé la bocciatura esplicita dei temi esposti dagli altri. Come ha giustamente detto Vassallo non c'erano i presupposti di una conduzione di tipo parlamentare.

Siamo stati messi di fronte a un abuso democratico gravissimo. Dopo quattro anni l'Assemblea nazionale PD non si è mai dotata di un documento votato. In apertura dell'Assemblea non si è proposta una procedura di voto che funzionasse almeno da regolamento provvisorio per quel giorno.

Massimo abuso, massima incapacità di conduzione, grave nocumento all'immagine del PD: bisognerà cambiare, i poteri della presidenza sono apparsi arbitrari, eccessivi e lesivi dell'autonomia dell'Assemblea. Mai vista una cosa così.

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Così come Syriza in Grecia non era il futuro profetico per la sinistra italiana, così non dobbiamo considerare che la sconfitta di Miliband in Inghilterra sia esattamente trasponibile nel dibattito della sinistra italiana. In Inghilterra ha pesato potentemente lo straordinario successo del partito nazionalista scozzese. Non facciamo equazioni troppo semplici. In Italia aspettiamo l’esito delle elezioni amministrative. Credo andranno bene, anche se peserà la disaffezione degli elettori vrso le elezioni locali. La formazione delle liste in Campania è il simbolo di un grave problema che si sta determinando nel PD: non basta imbarcare tutti per vincere. Bisogna vincere lealmente, con persone presentabili.

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