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Magda Negri

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Nonostante il grande battage pubblicitario, non sarà la moltiplicazione dei pani e dei pesci. A Bruxelles si sono scontrate due visioni sull’Europa: una che crede nel federalismo europeo e nella possibilità, pur con molta fatica, di affrontare la crisi del debito dell’occupazione. 
La seconda, fino alla rottura di Cameron, che confida in un ripiegamento nazionalistico per difendere le crisi nazionali e anche gli strati popolari più sofferenti.

Renzi e il PD si sono collocati a capo della prima tendenza e in forza di questa scelta politica abbiamo anche trattato ragionevoli margini di flessibilità.

Mi sembra però che se è sensato aspettarsi lo sconto del cofinanziamento nazionale dei fondi europei per il calcolo deficit Pil, quello che propone Delrio sul Corriere, insieme a Prodi, cioè la mutualizzazione di almeno un terzo del debito e la sua ristrutturazione sul modello argentino e greco, non avrà ragionevoli spazi di realizzazione.

Insomma ci hanno firmato una cambiale non in bianco ma in cambio di efficaci riforme, in tempi stretti. La riforma della pubblica amministrazione e l’attuazione di alcuni aspetti della spending review sono tra quelle. Per nessuna di essere, così come per la delega fiscale e il job act, sono attesi applausi. Anzi, il tempo degli applausi è proprio finito e non esiste processo riformatore serio che non inneschi dure ed estese reazioni.

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Salvare l'Europa: come uscire dal debito e dalla stagnazione

Venerdì 26 febbraio 2016
Sala Viglione, Palazzo Lascaris
Via Alfieri 15
Torino

Presiede: Magda Negri

Intervengono: Davide Gariglio, Mercedes Bresso, Alberto Majocchi, Enrico Morando

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Così come Syriza in Grecia non era il futuro profetico per la sinistra italiana, così non dobbiamo considerare che la sconfitta di Miliband in Inghilterra sia esattamente trasponibile nel dibattito della sinistra italiana. In Inghilterra ha pesato potentemente lo straordinario successo del partito nazionalista scozzese. Non facciamo equazioni troppo semplici. In Italia aspettiamo l’esito delle elezioni amministrative. Credo andranno bene, anche se peserà la disaffezione degli elettori vrso le elezioni locali. La formazione delle liste in Campania è il simbolo di un grave problema che si sta determinando nel PD: non basta imbarcare tutti per vincere. Bisogna vincere lealmente, con persone presentabili.

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