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Magda Negri

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Dalla riunione su la Rivoluzione delle donne nel Pd organizzato alla Festa dell'Unità di Torino sabato 15 settembre con la senatrice Soliani della Margherita e le donne dei DS e di DL del Piemonte  - è nato un nostro personale  contributo che vuole essere soprattutto uno spunto.

Contributo di Magda Negri e Laura Carcano

Adesso sta a noi. Sta a noi portare le donne a votare alle Primarie del Partito democratico il 14 ottobre. Portiamo le iscritte ai nostri partiti, ma non limitiamoci a questo:  portiamo anche le nostre amiche, le nostre vicine di casa, le colleghe, le donne che nelle sezioni e nei circoli non vanno, ma che dalla politica cercano risposte ai loro problemi di tutti i giorni. Solo così avremo il primo risultato importante: molte donne non iscritte ai partiti fondatori che potranno esprimere la loro scelta il 14 ottobre per il Pd.
Certo, non partiamo da zero. E ne siamo consapevoli. Abbiamo  “intascato”  il cinquanta per cento di presenza femminile nelle  liste per l’elezione della Costituente, in cui troveremo alternati una donna e un uomo. Un risultato che adesso è codificato.

E poi c'è un altro segnale che viene dalla scelta di Rosy Bindi di candidarsi alla leadership nazionale. Una novità importantissima in sessant’anni di vita repubblicana.

Ma  la definizione di norme che prevedono il cinquanta per cento delle donne nell'assemblea Costituente e una candidatura femminile alla segreteria nazionale possono davvero soddisfare il “tasso di  innovazione riformatrice” che ci aspettiamo dal Partito Democratico?

Gli accordi per le segreterie regionali prevedono i ticket con le donne. Le donne scelte dai candidati. Va bene, ma non ci basta.

Il 14 ottobre il voto, quello delle donne, ma anche quello dei giovani, potrà confermare ulteriormente il ritardo della cultura politica in Italia o  al contrario ribadire la forza dirompente di questo grande processo democratico che porterà al Pd.

Non possiamo accettare che si verifichi la prima ipotesi, non possiamo sopportare una tale battuta d’ arresto. Lo dobbiamo al nostro Paese, a  fronte delle trasformazioni di cui le donne sono protagoniste in tutto il mondo.

Ma c’è una strategia adeguata delle donne del Pd, per la loro rivoluzione nel  Pd?

Non pare. E, invece, questa strategia bisogna cominciare a pensarla e ad agirla. E subito. La Costituente si riunirà il 27 ottobre: troviamo il modo di fare il punto dandoci appuntamento il giorno prima.

Come farebbe qualunque soggetto che porta avanti una battaglia politica. Senza timidezze, senza subalternità.

Il lavoro che dobbiamo fare è già cominciato, a partire dai territori. Anche in Piemonte: il 15 settembre un gruppo di “Democratiche”, donne, parlamentari, militanti, dirigenti e amministratrici dei due partiti che stanno dando  vita al nuovo soggetto politico riformista del centro-sinistra si sono ritrovate alla festa dell’Unità di Torino. E hanno avviato un percorso che dovrà concorrere alla nascita plurale del Pd.

Il primo obiettivo è far partecipare le donne il 14 ottobre, il maggior numero possibile di donne. Il rischio da scongiurare, infatti, è la contraddizione fra un cinquanta per cento di presenza femminile acquisita nelle liste dei candidati all’Assemblea Costituente e nelle cariche e una bassa partecipazione al voto delle donne.

Il nostro primo compito dunque è mobilitarle, anche nella nostra regione: fare in modo che il 14 ottobre le donne ci siano. Da quel giorno nascerà il Pd e la sua  portata storica dipenderà anche dal fatto che le donne esprimano un protagonismo che parla attraverso candidature alla pari. Perché la proposta del Pd avrà  il suo pieno significato se le molte voci di donna saranno presenti e sin dall'inizio considerate autorevoli al pari di quelle maschili.

Per il compimento di una democrazia paritaria il nostro obiettivo – non dimentichiamolo - è quello di dare attuazione al nuovo articolo 51 della Costituzione.
 
D ’ora in poi dobbiamo “lanciarci” con la nostra capacità di leadership e di lavorare sui contenuti a 360 gradi. L’idea di un Tavolo programmatico delle donne, sul modello dell'iniziativa trasversale
www.ledemocratiche.it  ci interessa. Il Tavolo avrebbe il compito di rileggere l'Italia al femminile (Programma dell'Unione e Manifesto per la Costituente compresi). Dovrebbe produrre un “pacchetto” programmatico, che ibridi definitivamente la prospettiva Pd interpretando il “cuore”  delle culture delle donne.

Nel futuro Pd ci interessano spazi più ampi di libertà, di dibattito  programmatico, spazi  democratici, nel senso di spazi di vera democrazia. E questi sono gli  spazi delle donne. E anche dei giovani.

 Il 14 ottobre portiamo un’amica. Per esserci. Esserci adesso. Per il Partito democratico.

 

……….noi ci Siamo

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Così come Syriza in Grecia non era il futuro profetico per la sinistra italiana, così non dobbiamo considerare che la sconfitta di Miliband in Inghilterra sia esattamente trasponibile nel dibattito della sinistra italiana. In Inghilterra ha pesato potentemente lo straordinario successo del partito nazionalista scozzese. Non facciamo equazioni troppo semplici. In Italia aspettiamo l’esito delle elezioni amministrative. Credo andranno bene, anche se peserà la disaffezione degli elettori vrso le elezioni locali. La formazione delle liste in Campania è il simbolo di un grave problema che si sta determinando nel PD: non basta imbarcare tutti per vincere. Bisogna vincere lealmente, con persone presentabili.

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