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Il Cavaliere rischia grosso. Anche il Pd   - Europa 17 novembre -  di STEFANO MENICHINI
 
Anche da sconfitto Berlusconi riesce sempre a conquistare un ruolo da protagonista. Stavolta però nessuno vorrebbe essere al suo posto: accovacciato in una trincea abbandonata dal suo esercito, con intorno pochi fedeli neanche tanto convinti.
E non per difendere una postazione solida (dal ’98 in poi, per esempio, la richiesta di elezioni anticipate appariva forte e legittima), ma solo per prolungare di un mesetto la pantomima della spallata: «Prima di gennaio non si può dialogare», ha detto ieri un po’ pateticamente. Non può non sapere, Berlusconi, che il fallimento di giovedì ha tagliato le linee di comunicazione con gli unionisti dissidenti................


Nessuno lo segue su un’ipotesi tramontata. Fini, Casini e la Lega non hanno aspettato neanche 24 ore per sedersi al tavolo delle trattative al quale li ha invitati Veltroni, con la benedizione del capo dello stato e il via libera (pare con riserva) di Prodi.
Se il Cavaliere non poteva allentare la presa fino alla prova di forza in senato, continuare così ora può essere letale: quando deciderà di far scendere Forza Italia dall’Aventino potrebbe trovare i giochi fatti, e la leadership a quel punto definitivamente compromessa.
Ammesso che non lo sia già.
Anche il Pd deve però stare attento, per quanto abbia un bel vantaggio.D’Alema, dopo un’importante riflessione sull’errore di presunzione commesso dal centrosinistra a inizio legislatura, ha ricordato la pessima esperienza nella bicamerale: un avviso a non fidarsi troppo di Berlusconi? Veltroni non sembra il tipo da correre un rischio del genere, però potrebbe far di peggio: spendere tutto se stesso e il Pd in una trattativa sulle regole che è essenziale, ma certo non è in cima alle esigenze degli italiani.
Sono altre le cose che si aspettano dal Pd i suoi elettori e il paese in genere.Il governo e l’Unione non godono di maggiore credito oggi in Italia, solo perché hanno approvato la Finanziaria.C’è una bella tenuta parlamentare, ma nessuno dei limiti evidenziati in quest’anno e mezzo appare superato, né facilmente superabile. Fa bene a sedersi al tavolo delle riforme, Walter Veltroni. Non dimentichi però che le primarie gli hanno chiesto di correre.

 

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Così come Syriza in Grecia non era il futuro profetico per la sinistra italiana, così non dobbiamo considerare che la sconfitta di Miliband in Inghilterra sia esattamente trasponibile nel dibattito della sinistra italiana. In Inghilterra ha pesato potentemente lo straordinario successo del partito nazionalista scozzese. Non facciamo equazioni troppo semplici. In Italia aspettiamo l’esito delle elezioni amministrative. Credo andranno bene, anche se peserà la disaffezione degli elettori vrso le elezioni locali. La formazione delle liste in Campania è il simbolo di un grave problema che si sta determinando nel PD: non basta imbarcare tutti per vincere. Bisogna vincere lealmente, con persone presentabili.

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