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Magda Negri

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Due sabati consecutivi all'ATC (assemblea regionale e assemblea provinciale) dedicati all'avvio della conferenza nazionale di ottobre sulla riforma del Pd.

Mi stupisce che i dirigenti regionali, provinciali e i segretari di circolo non si pronuncino ancora con chiarezza sulle alternative lasciate aperte nella relazione di Bersani su: primarie di coalizione, verticalizzazione o meno dei congressi regionali in quello nazionale, limitazione delle primarie per l'elezione dei dirigenti e lo generalizzazione per le cariche monocratiche di governo, etc.

C'è una sorta di autocoscienza di massa su ruolo, natura, taglio culturale del Pd, come se quattro anni non fossero passati da quell'ottobre 2006 quando ad Orvieto i gruppi parlamentari di Ds e Margherita, con le relazioni di Gualtieri e Vassallo, posero le fondamenta per l'idea di un partito nuovo fondato sulle primarie con netto profilo programmatico vocato alla trasformazione.

Poi le primarie del 2007, numerose assemblee nazionali, il congresso del 2009, ma sembra di essere sempre all'anno zero con una fondamentale domanda di senso che testimonia il travaglio di un partito ancora in formazione e aperto a ipotesi diverse sul suo futuro. Ci voleva forse un congresso piuttosto che questo appuntamento ibrido tra una conferenza di organizzazione e conferenza di programma.

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Salvare l'Europa: come uscire dal debito e dalla stagnazione

Venerdì 26 febbraio 2016
Sala Viglione, Palazzo Lascaris
Via Alfieri 15
Torino

Presiede: Magda Negri

Intervengono: Davide Gariglio, Mercedes Bresso, Alberto Majocchi, Enrico Morando

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Così come Syriza in Grecia non era il futuro profetico per la sinistra italiana, così non dobbiamo considerare che la sconfitta di Miliband in Inghilterra sia esattamente trasponibile nel dibattito della sinistra italiana. In Inghilterra ha pesato potentemente lo straordinario successo del partito nazionalista scozzese. Non facciamo equazioni troppo semplici. In Italia aspettiamo l’esito delle elezioni amministrative. Credo andranno bene, anche se peserà la disaffezione degli elettori vrso le elezioni locali. La formazione delle liste in Campania è il simbolo di un grave problema che si sta determinando nel PD: non basta imbarcare tutti per vincere. Bisogna vincere lealmente, con persone presentabili.

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