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Magda Negri

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Il Torino in Fase 3

Fase 3.
Il Torino ormai si allena al Filadelfia tutte le mattine.
Sostanzialmente palleggiano e fanno esercizi di stiramento.
Corrono poco.
Io, seduta su una seggiolina di paglia e sporgendomi un po per vedere, mi dico: " Tutto qui?!".
 

Esperimenti della Fase 3

Ascolto al tg le valutazioni dell'Istituto Nazionale della Sanità sul tempo di sopravvivenza del virus sulla plastica degli armadietti della palestra e la mia disponibilità a tornarci diminuisce a vista d'occhio.
So che è un rigurgito di pigrizia... e passerò a vedere come sono organizzati gli spazi e i turni.
Io odio i turni e le file.
Ma bisogna riconvertirsi ai tempi nuovi.
Sui 60.000 eventuali assistenti richiesti dai sindaci dell' Anci e su cui si è riversato il lapidario disprezzo dei Renzi, della Meloni, dei pretoriani di Forza Italia... ci ho pensato un po'..
60.000 divisi per 3 o 4 mesi e per 8.000 comuni italiani ...possono servire se vale il modello Torino 2006.
Volontari veri... nessuna funzione di polizia etc.. nessun nuovo reddito di cittadinanza cammuffato.
Forse era una buona idea... bruciata da una pessima comunicazione e dalla desolidarizzazione profonda che c' è nelle forze di governo.
Governare è difficile e ci sono troppi galletti spennati in un pollaio intorno al quale girano volpi affamate.
 

Voglia di mare...

Oggi possono andare al mare tutti i cittadini italiani.
Tranne piemontesi, lombardi, trentini, umbri.
Quando la geografia... più che il virus é destino.

 

Radio Radicale

Abbiamo fatto una battaglia giusta... e a un anno di distanza lo stato dell' informazione in Italia ci dà ragione.
 
23 maggio 2019
 
FLASH MOB davanti al Comune di Torino a difesa della chiusura di " RADIO RADICALE "
 
 
 

Ore 17:58, Capaci....Per non dimenticare

Avete già tutti preparato il lenzuolo bianco da esporre alle 17e58, ora della strage di Capaci?
Io ho già messo il mio..ma vola un po'....
 

Ci siamo finalmente capiti!

La lunga quarantena non è stata per niente patita da Bart, molto felice, anzi, della presenza continua di chi gli vuole bene...

La mia lunga osservazione mi consente di capire i suoi problemi: questo gatto è evidentemente shoccato, e annuncia con clamore tutte le sue azioni.
Se sta arrivando, trottorellando su 3 gambe, se va a mangiare l'erba, se va a farsi un giro nel piano sotto....
I gatti sono notoriamente magici, silenziosi, ambigui... Lui è un gatto con l'indole del cane: invece di abbaiare miagola, ma sostanzialmente è abbastanza estraneo alla sua specie.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Merkel e Macron verso il bilancio dell’Eurozona. Ma l’Italia abbandoni le ambiguità sul Mes

Sapevamo che il sentiero era in salita e che la proposta di Merkel e Macron, di fondi per la ricostruzione come ingenti, da non restituire in parte, e in parte da restituire con prestiti a tassi bassissimi per i paesi europei più colpiti dalla crisi Covid19, avrebbe visto ostilità, violando Danimarca, Finlandia con qualche alleanza con i paesi dell'ex Est Europa.
Dispiace che ci sia anche la giovane presidentessa social democratica della Finlandia, ma tant'è....
Questa contraddizione supera i limiti di partito.
Pubblico integralmente l'articolo di Enrico Morando apparso su Libertà Eguale e rimando, per chi fosse interessato, al lungo ed esaustivo dibattito in videoconferenza in occasione della Staffetta per l'Europa del 9 maggio, organizzato dalla Fondazione Per.
 
"Merkel e Macron verso il bilancio dell’Eurozona. Ma l’Italia abbandoni le ambiguità sul Mes
 
È strano che nessuno lo abbia ricordato, ma Merkel e Macron, esattamente due anni fa, ci avevano già provato. Nella Dichiarazione congiunta uscita dal vertice franco-tedesco di Meseberg del giugno 2018, si poteva leggere: “L’unica risposta appropriata alla crisi…sta nella cooperazione europea“. Per questo, le due delegazioni si impegnano ad una iniziativa comune per “istituire il bilancio dell’Eurozona. Per la competitività, la convergenza, la stabilizzazione, a partire dal 2021“.
 
Allora come oggi i due leader erano perfettamente consapevoli delle resistenze che avrebbero dovuto vincere per procedere sulla strada della costruzione della “capacità fiscale“ dell’Eurozona. Quel che non potevano prevedere, allora, era che il neonato Governo italiano-il Conte primo, dominato dai due vicepremier Di Maio e Salvini-non solo non fornisse il necessario sostegno alla loro proposta, ma compisse addirittura atti capaci di contribuire ad affossarla. Direttamente, trasformando il Consiglio di fine giugno 2018 in una riunione a tema unico: l’immigrazione. E indirettamente: la promessa Legge di bilancio italiana per il 2019, violatrice di tutte le regole fiscali nazionali ed europee, fu il migliore degli assist per i governi che da sempre si battono contro la creazione del bilancio dell’Euroarea.
 
Oggi, quando Merkel e Macron propongono un’emissione di Bond comuni da 500 miliardi di euro possono contare sul consenso impegnato del Governo italiano e su quello di tutti gli altri Paesi mediterranei, che possono fornire un contributo determinante per vincere le immutate resistenze dei Paesi che contrastano la prospettiva della costruzione di un’effettiva capacità fiscale dell’Unione e, in primo luogo, dell’Area euro.
 
Gioverà – a favorire un buon esito del confronto in corso – la confusione che sembra regnare – essa sì, assolutamente “sovrana“ – nel campo dei nazionalpopulisti. Salvini ha testualmente giudicato “troppo poco“ l’enorme salto verso l’integrazione fiscale (e quindi direttamente politica), proposto da Merkel e Macron. Le Pen lo ha seguito sullo stesso terreno. Se questi due acerrimi nemici dell’Europa e dell’Euro reagiscono con parole che autorizzerebbero a descriverli come europeisti più esigenti, questo costituisce un fattore di oggettivo indebolimento delle resistenze dei “governi del Nord“ ad aprire il processo che conduce verso il bilancio dell’Area euro. Non perché questi governi siano caratterizzati dalla presenza al loro interno di partiti nazionalpopulisti à la Salvini, ma perché il rifiuto di questi governi di mettere in comune contemporaneamente riduzione e gestione del rischio ha fino ad oggi diffusamente utilizzato, per prevalere, la presenza di una credibile minaccia del populismo illiberale. Una minaccia che potrebbe domani trovare nuovo alimento, se la sofferenza sociale ed economica indotta dalla pandemia dovesse approfondirsi e perdurare, ma che oggi appare in difficoltà politica ed elettorale (i sondaggi sulla Lega di Salvini; le difficoltà di AFD in Germania).
 
Tutto in discesa, dunque, il percorso verso le decisioni finali sul Recovery Fund? In discesa, no. Ma la salita non ha più le pendenze di un tempo: spese europee, finanziate con le emissioni di debito comune, si trascinano dietro entrate europee. E qualcosa comincia a circolare (nel documento franco-tedesco: “emission trading scheme”;Web Tax sui colossi del digitale)…
 
Per accelerare ulteriormente il processo, il Governo italiano deve però rapidamente abbandonare l’ambiguità che continua a mantenere sul ricorso alla linea di credito “sanitario“ del MES. All’Italia serve (abbiamo da ristrutturare la nostra sanità). Serve subito (il piano deve essere elaborato da…ieri e realizzato con tempi da ponte di Genova). Servono tanti soldi (compresi i 7 miliardi che abbiamo già speso o stiamo spendendo). Il MES ce li può fornire a condizioni molto vantaggiose (sui titoli a 10 anni, paghiamo oggi il 2%, mentre la Francia paga lo 0%. Sulle risorse MES pagheremo lo 0%).
 
Ma soprattutto: dovremmo avere chiaro che nella difficile discussione aperta in Europa l’Italia deve usare ogni attenzione a non fornire argomenti facili ai governi del “no”. Sono già pronti, cambiato il pochissimo che c’è da cambiare, a rimandare in onda il film del dopo Meseberg: “Bilancio comune dell’Euroarea? Ma come si fa, con l’Italia che vuole soldi a fondo perduto, ma rifiuta crediti a condizioni per lei vantaggiosissime?”.
Enrico Morando
 

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Salvare l'Europa: come uscire dal debito e dalla stagnazione

Venerdì 26 febbraio 2016
Sala Viglione, Palazzo Lascaris
Via Alfieri 15
Torino

Presiede: Magda Negri

Intervengono: Davide Gariglio, Mercedes Bresso, Alberto Majocchi, Enrico Morando

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Così come Syriza in Grecia non era il futuro profetico per la sinistra italiana, così non dobbiamo considerare che la sconfitta di Miliband in Inghilterra sia esattamente trasponibile nel dibattito della sinistra italiana. In Inghilterra ha pesato potentemente lo straordinario successo del partito nazionalista scozzese. Non facciamo equazioni troppo semplici. In Italia aspettiamo l’esito delle elezioni amministrative. Credo andranno bene, anche se peserà la disaffezione degli elettori vrso le elezioni locali. La formazione delle liste in Campania è il simbolo di un grave problema che si sta determinando nel PD: non basta imbarcare tutti per vincere. Bisogna vincere lealmente, con persone presentabili.

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