Preparandosi al congresso
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- Creato: Giovedì, 24 Ottobre 2013 08:14
Lunedì 14 Ottobre 2013
h. 18-20.30
Sala del Palazzo dell’Antico Macello di Po
via Matteo Pescatore 7
Torino
Per comprendere quale sia davvero la situazione, ne discutono:
Presiede Magda Negri, Libertà Eguale
La situazione sembra tragica ma non seria. Come fu a marzo, personalmente mi auguro che nasca un governo di scopo, senza Letta, con due compiti precisi: la riforma della legge elettorale e il risanamento possibile.
Altri si augurano, con piena legittimità che dalla scissione parlamentare del PDL nasca il nucleo di un piccolo PPE che regga insieme a Monti un terzo polo riformista e che aiuti la continuazione del governo Letta. Non credo che ci siano le energie culturali e le leadership per questo progetto ma dovremo comunque lealmente sostenere Letta se riuscirà ad ottenere una qualche maggioranza.
Lunedì sera la segreteria regionale ha varato un regolamento per i congressi regionali che dovranno svolgersi tra il 24 ottobre e il 6 novembre e spero che questa fase di discussione apra nuove consapevolezze strategiche.
Nel frattempo bisognerebbe avvisare Renzi, Civati, Pittella e tutti quelli che affermano di voler affondare l'attuale sistema delle correnti e far rinascere un nuovo pluralismo nel PD, che i loro supporter stanno ballando al vecchio ritmo delle correntine e delle sub componenti, schegge impazzite che nascono da vecchi assetti di potere.
Fossi in loro direi: "Cari amici che mi sostenete con tanta passione, poiché a livello nazionale abbiamo deciso che una sola lista sia collegata ad ogni candidato segretario, vi prego, aprite una stagione nuova. Costruite subito ad ogni livello grandi comitati unitari, rendeteli pubblici, aprite immediatamente ai cittadini."
Se non lo diranno presto, perderanno loro stessi credibilità in quanto soggetti che aspirano ad una nuova stagione.
Venerdì la direzione nazionale PD chiuderà la querelle sulle regole e approverà il regolamento di tutti i congressi.
Bene, basta però essere chiari tra di noi: non si è trattato di una confusione da azzeccagarbugli. Nell'assemblea di venerdì e sabato si è giocata una vera partita politica.
La commissione dei 19 (ma ci sono davvero 19 correnti nel PD?) non aveva tenuto conto delle coerenti obiezioni dei rappresentanti di Rosi Bindi e di Veltroni: non toccare per quanto possibile lo statuto, specialmente l'articolo 3 che prevede che il segretario del PD sia proposto come candidato all'incarico di presidente del consiglio dei ministri.
Vergognosamente è stato presentanto un documento conclusivo che modificava e depennava dall'articolo 3 esattamente questa peculiarità e confinava i poteri del segretario all'articolo 18, che lo definisce primus inter pares per concorrere alle primarie per la carica di presidente.
Una tale forzatura scorretta e antidemocratica presupponeva - a volerla portare fino in fondo - il voto positivo di almeno 471 delegati: eravamo circa 499 e moltissimi non erano d'accordo su questa modifica. Sembra che il rappresentante di Letta in commissione abbia impedito la positiva conclusione finale quando tutti i rappresentanti della commissione erano d'accordo di lasciare immutato l'articolo 3 e votare le altre piccole modifiche. Così tutto si è concluso con un nulla di fatto.
Almeno sembra, perché io in commissione non ci sono e raccolgo solo le testimonianze di quelli che hanno tentato, d'accordo anche Cupreo e Renzi, di concludere in modo utile l'assemblea.
Si è tentato, insomma, attraverso la battaglia sulle modifiche allo statuto di anticipare quello che poteva essere l'esito del congresso: o un partito riformista a vocazione maggioritaria o un partito atto a concepire la sua azione in un sistema mutevole di alleanze.
Così come Syriza in Grecia non era il futuro profetico per la sinistra italiana, così non dobbiamo considerare che la sconfitta di Miliband in Inghilterra sia esattamente trasponibile nel dibattito della sinistra italiana. In Inghilterra ha pesato potentemente lo straordinario successo del partito nazionalista scozzese. Non facciamo equazioni troppo semplici. In Italia aspettiamo l’esito delle elezioni amministrative. Credo andranno bene, anche se peserà la disaffezione degli elettori vrso le elezioni locali. La formazione delle liste in Campania è il simbolo di un grave problema che si sta determinando nel PD: non basta imbarcare tutti per vincere. Bisogna vincere lealmente, con persone presentabili.