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Creato: Mercoledì, 14 Settembre 2016 16:05
Terminato bene il Festival provinciale c’è ora un grande lavoro da fare per illustrare una difficile legge di bilancio in gestazione, organizzare la campagna referendaria e preparare il Congresso provinciale anticipato, come secondo l’impegno preso dagli organismi dirigenti a maggioranza dopo la sconfitta elettorale. Dall’onestà intellettuale e dal rigore con cui affronteremo questa grande mole di lavoro dipenderanno tante cose a Torino e alle prossime elezioni amministrative in Piemonte. Spero che sarà un lavoro fatto insieme da tutto il Partito e dall’ opinione pubblica che guarda a noi in modo ancora più esigente.
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Creato: Giovedì, 01 Settembre 2016 13:44
E’ stata un’estate tragica: il terrorismo che ha colpito Nizza, il Bangladesh e tante località europee, lo scontro fra i treni di Andria, la tragedia del terremoto.
Errori umani, problemi irrisolti, catastrofi naturali che richiedono un’offensiva della politica di prevenzione e cura del territorio di qualità, della Pubblica Amministrazione, delle infrastrutture di trasporto e una specie di allenamento anche psicologico di fronte alla sfida del micro terrorismo dell’ISIS che, scacciato dai principali teatri di guerra, non rinuncerà ad insediarsi in Europa.
Il referendum, la nuova legge di stabilità, i nuovi equilibri europei (voto presidenziale in Austria, referendum in Ungheria) disegnano scenari politici che possono essere alternativi. Riformismo vuol dire anche stare in queste contraddizioni e cercare di volta in volta il punto di equilibrio più avanzato, ma siamo ben consapevoli che è una fase politica che non sta suscitando passioni positive, entusiasmi, ma spesso mobilitazioni difensive. In un clima che i politologi chiamano “democrazia del sospetto”.
Le responsabilità che- al netto della catastrofe naturale- emergeranno sui 20 anni di interventi di ricostruzione mal fatti, adeguamenti sismici insufficienti del Centro Italia e la durezza dell’intervento politico della magistratura sono un terreno di prova per riconquistare un minimo di fiducia tra i cittadini e la politica, perché si ha la tragica sensazione non tanto della corruzione possibile, ma della non conoscenza, della leggerezza, dell' insensibilità che intere generazioni di amministratori e di burocrati potrebbero avere esercitato senza sentirsi davvero protettori e custodi della loro comunità.
Il passaggio oggi annunciato (articolo su La Repubblica di oggi) del governo dalla politica dei bonus incentivanti alla politica di esaltazione e rafforzamento dei fattori della produttività non consentirà sconti o facili scorciatoie.
Anche su questo i cittadini misureranno il loro rapporto con le Istituzioni democratiche.