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Magda Negri

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Era così.. nei boschi del Trentino

Facile catturarlo.. Aveva il collare.
Facile ucciderlo... tante guardie forestali, cani e fucili.
Era troppo confidente e invadeva il mondo degli umani.
Anche io sarei stata atterrita se passeggiando nei boschi fossi stata seguita da un orso.
Non siamo stupidi.
Ma aveva inseguito.. non attaccato.
Ora che M90 non c'è più il Ministro dell'Ambiente Picchetto, che conosco e stimo, dice che doveva essere spostato, non ucciso.
E pensarci prima?
E cercare di influire sul Presidente con il fucile, il Fugatti di turno che coltiva la sua "soluzione finale" per gli orsi?
Le associazioni ambientaliste, ingannate dalla velocità dell'esecuzione, hanno promesso giustizia.
Se la merita anche un povero orso, etologicamente un po' confuso, che aveva smarrito il confine tra la sua specie e la nostra.
Specie, quest'ultima, assai pericolosa.
 

Allenamenti censurati

Gran rumore su Via Spano.
Mi affaccio e vedo una gru che innalza gli operai verso i tendoni del Filadelfia.
Non si capisce bene a fare che..
Non li tolgono del tutto..
Sembrano bloccarli alla sommità.
Il Toro sta spendendo un sacco di soldi per la manutenzione di questi tendoni.
Tutto per nascondere gli allenamenti.. mah.
 

Sulla crisi di Stellantis...

L’economia sorpassa sempre la politica, piega e mette scompiglio nelle agende organizzate.
Primo esempio: cerco di resettare le foto dell’ultimo anno e scopro che al Festival dell’Economia di Torino l’anno scorso Elkann aveva garantito radiosi futuri locali per Stellantis.
Titoloni e applausi su tutti i giornali.
Secondo esempio: sfido chiunque, governo ed opposizione, ad aver previsto le cause strutturali e incidentali della rivolta dei trattori a livello europeo.
È passato il Pnrr senza sostanziali problemi sul tema.
Ma Forse anche per questo.
Sempre colti di sorpresa.. corriamo a ripari contingenti e di sapore elettorale.
Cresce un primitivo sentimento antieuropeo e isolazionista.
Il mondo fa paura.. la competitività internazionale anche..
Ci vorrebbe una classe dirigente europea al livello degli Schumann.. dei De Gasperi dei Delors.
Ma questa è un'altra storia e lamentarsi è del tutto inutile.
 
 
Sulla crisi Stellantis interessante analisi di Stefano Cingolani.
 

Cercasi strategia

Le anzianissime signore che fanno la merenda nel bar vicino a casa mia parlano con fervente solidarietà delle manifestazioni degli agricoltori europei che con i loro maxi trattori bloccano le città europee, versano liquami di fronte al Parlamento europeo e abbattono qualche statua.
Il loro atteggiamento è molto diffuso.. si guardano i prezzi delle verdure al mercato.. si confronta con il prezzo alla produzione e si sta subito dalla parte dei produttori vessati dalle multinazionali.. dalla minaccia green.. dalla concorrenza degli altri paesi.
Et voilà ... il giudizio pubblico è formato.
Ci sarà tempo per approfondire le molte ragioni degli agricoltori europei.. peraltro finora la categoria più sussidiata al mondo insieme agli americani.
Qui e ora mi interessa notare un tratto dello spirito pubblico.
Quando si parla di terra e di agricoltura ci si identifica con valori e identità nazionali forti.
È la "nostra" terra.. il nostro territorio il "nostro" cibo e la sua qualità che vediamo attaccati.
Non si indaga sui fattori economici, sulla formazione dei prezzi, sugli obblighi e i trattati internazionali.
Ad adiuvandum le elezioni europee che si avvicinano fanno spirare un imprevisto (da me) nazionalismo e protezionismo.
Non sta qui la soluzione dei nuovi problemi dell'agricoltura europea.. ma sotto elezioni si va a buon peso.
Si cercano voti, comunque e dovunque.
Ieri il giovane neo presidente francese ha parlato all' Assemblea Nazionale di "eccezione nazionale dell'agricoltura francese."
Alcuni deputati europei della Lega hanno incominciato la campagna elettorale al grido "Europa uguale a recessione".
Le guerre che continueranno fanno la loro parte.
Per molti ceti sociali la Commissione Europea viene vista come nemica.
Speriamo di fare una campagna elettorale al livello dei problemi nuovi.
Cercasi strategia.

Fuga a Roma

Torno da una Roma un po' incasinata per i lavori della nuova linea della Metro e dai lavori per il Giubileo del 2025.
Contrariamente a quanto si dice del calo del turismo, tra Gennaio e Febbraio la città è invasa da un turismo giovane e internazionale.. comprese moltissime scolaresche.
Abbiamo riunito la Presidenza di Libertà per animare una riflessione sul premierato di tipo europeo, con designazione e non elezione diretta e offrire ai tanti cittadini di centro sinistra una proposta vera da misurare con il centro destra.. che ha chiuso in modo molto contraddittorio.
Sono d'accordo con Giuliano Amato.
Bisogna evitare di correre a testa bassa verso il Referendum.
Bisogna aprire la discussione.. al di là degli specialismi e degli stretti interessi di Partito.
Bisogna pensare al Paese.
 
 
Sul treno di ritorno da Roma ieri.
Incontro interessante.
Questo bel Collie viene dall'Argentina.. con il suo giovane padrone.
Ha viaggiato nella stiva dell'aereo con i bagagli, poverino.
Molte ore di volo.
Adesso è sul treno e sta bravissimo.
Il ragazzo gli sussurra cose belle in spagnolo.. noi italiani ci congratuliamo con il cagnolone che forse ci capisce.
 
 
Sempre sul filone "incontri interessanti", questa volta scendendo verso Roma.
Seduta vicino a me una giovane mamma, un po' alternativa.. con uno zaino enorme e 2 bimbi belli e disciplinatissimi: una bimba di 5 e un maschietto di 4 anni.
Vengono da un paesino del Pinerolese.. si sono alzati presto per prendere il treno per Chivasso.
Bimbi sempre bravissimi.
Hanno più fame che sonno e ascoltano tutto quello che dice la mamma.
Lei gestirà fra poco un bel campeggio nelle Valli Valdesi e mi dice che per vivere fa altre cose come partita Iva.
I bimbi guardano un po' i cartoni su un tablet che si dividono.
Poi chiedono alla mamma di leggere la poesia.
La poesia è in questo libretto che hanno comperato in una libreria di Grugliasco.
Io ascolto attenta.
Splendido esempio di pedagogia democratica.
Per ogni istante della giornata si propongono disegni e commenti sul superamento dei ruoli sessuali e famigliari.
C'è anche un delicato riferimento alla violenza sessuale.
Si dice, più o meno, "non toccare mai una bambina.. se ti dice no ubbidisci."
Si arriva alla fine.
Il verso dice: "Sotto questo cielo siamo tutti uguali".
A questo punto la bimba più grande obietta.
"NO.. non siamo tutti uguali. Io e lui siamo diversi.."
Lui è il fratellino.
La mamma esita un attimo.. poi dice "Uguali nel senso che abbiamo tutti gli stessi diritti."
Grande mamma.. bambini fortunati.. partono con il piede giusto.

Facciamo che la Memoria di tutti quei giorni non passi mai

Per fortuna mi sveglio all'alba.
Per fortuna quasi automaticamente accendo la TV La7.
Faccio in tempo a vedere l'ultima puntata di Novecento.. questi straordinari filmati di guerra rivisitati non so se dagli americani.. inglesi o se sia un progetto comune degli ex Alleati.
Moltissimo materiale viene dagli archivi della Wermacht..
Fossi un docente di italiano e storia trasmetterei tutte le puntate nell’Aula Magna di ogni istituto.
Perché un conto è studiare sui libri o vedere qualche film anche ben fatto.
Un’altra è vedere soldati francesi resistere nel '39, le truppe inglesi ammassate a Dunquerke.. gli aviatori giovanissimi che salutano prima di andare a morire.
Sapevamo più o meno molto.. ma nulla vale questi organici reportage di guerra.
Non sono film.. è la vita di ieri che si collega tragicamente a quella oggi.
Io non sapevo che, nella prima offensiva verso Kiev, l'esercito tedesco avesse catturato 600000 soldati russi, lasciati tutti a morire di fame.. mentre Goering passava in rassegna i morituri...
Un conto è sapere.. un conto è vedere il martirio degli ebrei ucraini.. costretti a scavarsi la fossa.. uccisi a decine di migliaia ogni giorno, percossi nelle strade anche dai normali cittadini.
Non sono immagini dei campi di concentramento.
Accade tutto prima.
Circa un milione e mezzo di ebrei trucidati nell'Europa orientale occupata.
Un conto è sapere .. un altro è vedere i primi piani su cui indugiano le telecamere dei "registi" del Reich.
Sono i volti dei soldati delle colonie francesi, fucilati per primi, dei prigionieri ebrei, dei contadini e dei soldati russi.. tutti accomunati dal 1941 in poi come "subumani", non dalla propaganda, ma dalla incarnata cultura dell'esercito germanico.
Un esercito che aveva un arma terribile in più.
L'accecante ideologia.
Consiglio la visione di questi straordinari filmati come integrazione dello studio della Storia del '900.
C'è un filo rosso che unisce le firma del trattato di Versailles che chiude la prima guerra mondiale e la firma dell'armistizio di Parigi nel '39 in quello stesso vagone di Versailles, portato fisicamente a Parigi.. 20 anni dopo.
C'è un filo rosso tra i contadini lasciati morire per fame da Stalin dopo la rivoluzione e la non resistenza di molti ucraini di fronte all'invasione tedesca nel '40.
Potrei continuare... ma in questi anni di ritorno della guerra guerreggiata in Europa mi piacerebbe stare in un'assemblea di una scuola superiore e vedere la reazione dei ragazzi.
Chissà se qualche professore ci ha pensato e organizzato qualcosa..
È appena passato il giorno della Memoria.
Facciamo che la Memoria di tutti quei giorni non passi mai.

Ricordi di una salda impronta meridionale del mio quartiere

Perché queste umili salsiccie di 'nduja calabrese meritano una foto ricordo?
Semplice..
Perché sono l'ultimo prodotto che ho comperato in un tipico negozio del Borgo Filadelfia che ha deciso di chiudere.
Un piccolo e storico gioiello di prodotti lucani, calabresi e siciliani che attirava moltissimi clienti incuriositi dalla peculiarità e dalla freschezza di dolci.. salumi .. formaggi, prodotti sott'olio che settimanalmente arrivavano con il camion che partiva da Montescaglioso e, facendo molte tappe, veniva a Torino.
Il negozio, dopo la morte del padre, era gestito dalla madre e dalle 3 sorelle.
Credo che non motivi economici, ma l’improvvisa morte di una delle ragazze, sia stata una disperazione così profonda da portare alla chiusura.
Auguro ogni bene a queste magnifiche donne che erano un presidio gentile per tanti cittadini del borgo.. moltissimi di origine meridionale.
Furono loro, circa 13 anni fa, a trovarmi il camion e il trasportatore che dopo aver scaricato verdure e mozzarelle caricavo i miei vecchi mobili e li portava in Calabria.
Prezzi modici.. lui sembrava un ex sessantottino con i capelli ancora lunghi e il suo assistente, per dire, era un ragazzo lucano con una imponente acconciatura rasta.
Mi portò ad Amendolara anche una moto, scaricandola di notte dal camion con il telone sbrindellato e guidando nei vicoli del borgo vecchio.
Scena perfetta per il film Basilicata Coast to Coast.
Con la mamma scherzavamo sui divani vecchi di Torino di cui non riusciva a disfarsi e caricava ogni estate sul mitico camion .. verso il sud.
Grande tristezza per questa famiglia.
Quando passeremo davanti al negozio che ha venduto anche gli ultimi piatti decorati di Basilicata ci si stringerà il cuore.
Davvero auguro ogni bene alla mamma e alle sorelle che sono rimaste… e alla loro nuova vita che le aspetta.
Sono donne coraggiose.
 
 

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Salvare l'Europa: come uscire dal debito e dalla stagnazione

Venerdì 26 febbraio 2016
Sala Viglione, Palazzo Lascaris
Via Alfieri 15
Torino

Presiede: Magda Negri

Intervengono: Davide Gariglio, Mercedes Bresso, Alberto Majocchi, Enrico Morando

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Così come Syriza in Grecia non era il futuro profetico per la sinistra italiana, così non dobbiamo considerare che la sconfitta di Miliband in Inghilterra sia esattamente trasponibile nel dibattito della sinistra italiana. In Inghilterra ha pesato potentemente lo straordinario successo del partito nazionalista scozzese. Non facciamo equazioni troppo semplici. In Italia aspettiamo l’esito delle elezioni amministrative. Credo andranno bene, anche se peserà la disaffezione degli elettori vrso le elezioni locali. La formazione delle liste in Campania è il simbolo di un grave problema che si sta determinando nel PD: non basta imbarcare tutti per vincere. Bisogna vincere lealmente, con persone presentabili.

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