Se ne è andato anche Ermanno Olmi.
Alzi la mano chi non ha visto il suo “Albero degli zoccoli”, chi non si è commosso o stupito vedendo quel film meraviglioso..un vero affresco storico.
La storia è fatta dalla fitta trama della storia degli uomini, non solo dalle vicende epiche dei capi politici e militari.
Io avevo insistito per portare mio papà a vedere con me il film ..per me era la seconda volta.
Dopo molte insistenze accettò e si commosse quasi.
Riconobbe anche nei particolari le cascine dove era vissuto da bambino, l’umilazione dei contadini salariati la ferocia classista dei proprietari agrari. Riconobbe quelle stalle, quegli animali e, naturalmente, gli zoccoli che usava portare in campagna.
Quel mondo non c è più e quei contadini del nord, salariati come gli operai perché non avevano una terra propria, poi si inurbarono e diedero vita al proletariato delle grandi città del nord.
Ma mi piace ricordare i racconti che il mio nonno paterno: uno strambo contadino bergamasco, mi faceva quando ero bambina, mentre mia nonna annuiva e ancora si lamentava per la fatica di quella vita.
Ogni anno. a S Martino caricava i 3 figli sul carretto,con le loro povere cose, e cercava una cascina migliore dove vivere.
Stranamente, mentre tutti si stabilizzavano nelle grandi affittanze capitalistiche della Lombardia, lui varcò Il Ticino e si ritrovò nel novarese.
Olmi ha dato memoria non agiografica a quelle vite nel turbine della storia.
E per questo, oggi che ci ha lasciato, lo ringrazio.