Singolari asimmetrie nel puzzle politico italiano.
Palesi nel dibattito parlamentare di ieri.
Meloni è una stella dell’universo.
Maga.. unico leader del Prc di un Stato continentale, ma sostanzialmente alleata a Vdl e con un forte commissario nell’Esecutivo Europeo.
Ruolo e posizione nota fin dall’inizio, i cui risultati dipendono da un continuo equilibrio tra gli interessi nazionali, europei e le stravaganze dell’imperatore d’Oltreoceano.
Meloni oscilla sugli effetti dei dazi e la sua ferma difesa dell’Ucraina e la necessità di una difesa europea non totalmente disgiunta dalla Nato.
Su questo tema c’è una sostanziale unità con la sinistra democratica, che dovrebbe incalzare concretamente sulla coerenza dei comportamenti del governo.
Ma la Fdi ha esplicitato con Meloni di non volere per l’oggi e per il futuro il superamento del voto all’unanimità in Europa.
Quindi volere tenere il freno tirato alla sua integrazione politica.
Palese contraddizione.
Il senatore Borghi, per la Lega, ha fatto un intervento che smentisce tutta la strategia di Meloni sull’Ucraina e sull’Europa.
Riuscirà la Lega a spostare l’asse del governo?
Probabilmente no.. per fortuna.
Il PD ha confermato ieri la sua posizione ferma sull’Ucraina, snodo di tante politiche europee per il futuro.
AVS e 5S, da parte loro, hanno presentato mozioni significativamente diverse.
Come al solito.
Quindi?
Ho un solo modesto consiglio.
Ognuno nel suo recinto conduca la battaglia che gli è più propria.
Il vero discrimine è e sarà nei prossimi anni Europeismo versus sovranismi mini e maxi.
Nell’età degli imperi non ci sono sconti per i piccoli se pur gloriosi stati nazionali della vecchia Europa.
E su questo crinale anche gli equilibrismi della nostra stella Maga scivoleranno..
O di qua o di là.




