Questa estate nel piccolo angolo dello Jonio sta regalando giorni meravigliosi per tranquillità e bellezze naturali.
Sarà questo clima complessivo che mi induce a sperare… sperare fortemente che tutto non sia così inevitabile, che la protesta mondiale che cresce di giorno in giorno possa far vacillare la sciagurata decisione di Netanjahou per la soluzione finale contro Hamas sulla morte di innumerevoli altri civili palestinesi.
Non è solo speranza.. è ragionevole valutazione dei nuovi fattori: Hamas non è più un rischio strategico per Israele (secondo il giudizio dei 600 ex funzionari dei servizi segreti israeliani) c’è una nuova disponibilità dei principali paesi arabi a impegnarsi in un governo della striscia dopo il cessate il fuoco.. l’esercito israeliano resiste a questa impresa militare distruttiva.
Di corpi, di politica, di futuro.
Per questo oso sperare.
Dipende da Netanjahou, da Trump e da Hamas.
Tutte le parole sono state consumate.
Aspettiamo.. partecipiamo alla discussione pubblica.. firmiamo le petizioni.
O almeno non fingiamo che qualcosa di enorme non stia accadendo.