Concordo molto con l’intervista del Ministro Poletti di oggi su La Stampa. Sia il Governo che il variegato fronte dell’opposizione sono riusciti a fare un incendio sull’articolo 18 che è stato già profondamente modificato dal precedente Ministro Fornero, che viene riconfermato nella impossibilità di licenziare per discriminazione e che tutto sommato si concentra sulla modifica ulteriore del licenziamento individuale economico, non su quello per motivi disciplinari.
Se si guarda nel merito la graduazione degli interventi tutto appare spropositato, irrazionale. In questo non concordo con il peraltro bellissimo di Sergio Fabbrini sul 24ore di oggi che paragona la attaglia sull’articolo 18 del PD alla battaglia che Clinton fece all’inizio degli anni Novanta contro parte del Partito Democratico americano per siglare l’accordo N.A.F.T.A. Il piano inclinato della battaglia simbolica che sta dividendo profondamente il centro sinistra non da conto, come meriterebbero gli italiani, degli altri profondi mutamenti indispensabili che il jobs act introduce nel mercato del lavoro italiano: la riforma dei contratti, l’assicurazione universalistica, la graduale fine delle casse in deroga, l’assorbimento e l’unificazione di molteplici contratti anomali e umilianti il lavoro… Di tutto ciò nessuno parla, come se arrivare al salario minimo, fare dei contratti nazionali solo dei contratti cornice e potenziare la contrattazione aziendale fossero cose meno importanti della modificazione del già modificato articolo 18. Non so a chi attribuire la responsabilità di questo spostamento d’asse del discorso pubblico e di questa sfida innestata solo sull’articolo 18. Certamente non è un atteggiamento riformista, certamente non aiuta una discussione pubblica consapevole della gravità del momento e di tutte le cose che siamo obbligati a cambiare. Martedì 21 ottobre alle ore 18 presso la Sala dell’Istituto Gramsci come LibertàEguale organizziamo una discussione, con Elsa Fornero, il prof. Marco Leonardi dell’Università Bocconi e Dimitri Buzio della segreteria regionale del PD Piemonte, sul percorso da fare tra la fiducia e i futuri decreti delegati attuativi della nuova normativa. Saranno mesi di discussione travagliata, ma spero più proficua dell’attuale.