E’ un primo sasso nello stagno, come ha detto anche Sergio Chiamparino.
Non ci sono ancora proposte programmatiche o specifici settori di intervento da rivedere, ma mi piacciono sostanzialmente due cose:
– la consapevolezza che nulla dei nostri problemi può esser risolto fuori da un contesto europeo, perchè la globalizzazione ha disegnato un campo nuovo per le forze progressiste, così come la dimensione nazionale lo fu per i progressisti del secolo scorso;
– il discorso serio e duro sullo stato del partito, che richiede appunto una rigenerazione. Ci provò anche Barca, ma fu inutilmente deriso allora.
Nell’attuale statuto del Pd c’è tutto: lo spazio per la direzione dei militanti e per le conferenze programmatiche che potevano dare l’indirizzo politico ai gruppi parlamentari e al governo, e lo spazio delle primarie per la nomina delle cariche monocratiche.
Ma, alla fine, sono rimaste solo primarie plebiscitarie e correnti di potere.
Il merito di Zingaretti è di aver messo il dito nella piaga.
Contributo parziale ma certo un contributo importante.