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Magda Negri

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E' appena incominciato il lavoro sullo statuto del Pd e  mi sembra in modo non trasparente. C'è chi regiona di partito e delle sue forme evolutive e chi dei posti persi o regalati. Ho molta fiducia nella capacità poolitica e culturale di alcuni nostri compagni (Morando, Salvati, Vassallo) che lavoreranno alle nuove regole, ma a giudicare dalle prime affermazioni sul messaggero non la si può mettere troppo facile: da una parte il partito tradizionale, dall'altra quello dei cittadini che vengono, votano e tornano a casa.
Se le cose fossero come scrive Morando allora ogni candidato segretario, all'atto della candidatura avrebbe dovuto rendere esplicito prima lo staff di governo e la direzione.

In genere le monarchie costizionali sono preferibili a quelle assolute.

Se applichiamo al partito la rigida trasposizione dello schema governo-parlamento tutto l'equilibrio dei poteri va disegnato in forma nuova. Ci sarà interessante materia di discussione, condivisione o dissenso. Ci sono anche questioni di stile. Peppino Caldarola, prima dalemiano di ferro, poi membro della componente Angius, poi uscito dai Ds perchè contrario al Pd, poi frequentatore della costituente socialista, si lascia andare sul Messaggero ad affermazioni del tipo "questo gruppo dirigente durerà finchè lo vorrà Veltroni".

Attenti alle "guardie verdi del PD", cioè a quelli più papalini del Papa. D'altra parte, su questo terreno, è riemerso il vero deux ex machina del partito - non partito, cioè Silvio Berlusconi. Sul terreno della nuova politica quasi anti-politica, del "passate al gazebo e iscrivetevi tanto decido tutto io" è per l'immediato e per il futuro assolutamente imbattibile.

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Salvare l'Europa: come uscire dal debito e dalla stagnazione

Venerdì 26 febbraio 2016
Sala Viglione, Palazzo Lascaris
Via Alfieri 15
Torino

Presiede: Magda Negri

Intervengono: Davide Gariglio, Mercedes Bresso, Alberto Majocchi, Enrico Morando

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Così come Syriza in Grecia non era il futuro profetico per la sinistra italiana, così non dobbiamo considerare che la sconfitta di Miliband in Inghilterra sia esattamente trasponibile nel dibattito della sinistra italiana. In Inghilterra ha pesato potentemente lo straordinario successo del partito nazionalista scozzese. Non facciamo equazioni troppo semplici. In Italia aspettiamo l’esito delle elezioni amministrative. Credo andranno bene, anche se peserà la disaffezione degli elettori vrso le elezioni locali. La formazione delle liste in Campania è il simbolo di un grave problema che si sta determinando nel PD: non basta imbarcare tutti per vincere. Bisogna vincere lealmente, con persone presentabili.

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