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Magda Negri

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Per approfondire e provincializzare  il nostro dibattito consiglio a tutti di leggere il testo di Luciano Bardi (Il mulino) “Partiti e sistemi di partito”. Mi pare difficile sfuggire dal dovere di non limitarsi solo a rappresentare, ma esprimere una ipotesi di “democrazia governante” per il Pd. E quindi considero una provocazione intellettuale l’ipotesi di Bonet che i partiti solo rappresentino.

Già ai tempi del vecchio Pci, quando Cernetti parlava di partito di lotta e governo, si voleva insieme rappresentare ed esprimere ipotesi di governo, che allora non riusciva ad essere vera e propria alternativa autosufficiente. L’intevento di Negarville propone  una soluzione che non sta nelle cose: partiti che facciano cultura e si occupino di grandi scenari; le istituzioni  sono un’altra cosa. Perché Soru ha voluto essere segretario di partito e presidente della Regione? Sono anche d’accordo con la sua tensione a riscoprire  le radici dell’Ulivo. Ma cosa vuol dire – permettetemi il termine- “riulivizzare” il Pd?

Non credo che Soru voglia riproporre la sua coalizione regionale. Credo che riulivizzare il Pd voglia dire farne il partito di nuovi dirigenti e cittadini informati. Costruire una nuova impalcatura democratica nel Paese. Basterebbe far vivere il Pd. Non capisco perché la proposta di Veltroni nella Direzione di dicembre,  su cui ha sfidato i partiti, costituzionalizzare i partiti applicando  l’art. 49 della Costituzione e subordinando a questo il finanziamento pubblico, sia già non un second best, ma una ultima resa ai partiti personali  anche se i padroni hanno diverso grado di capacità e dignità. Certo una simile resa, non fa per me – ma non credo per nessuno di quelli che hanno lavorato per un partito di grandi ambizioni.

Noi dovremmo  essere quelli che non  fanno sconti. Negli anni scorsi abbiamo lavorato in condizioni ancora più difficili. Faccio un esempio: trovo importante e in gran part condivisibile  l’intervento di Soru su L’Espresso, laddove critica aspramente l’attuale stato del Pd. Dice “credo nella politica , ma i partiti hanno smesso di essere radicato e presente nella società, e si è ridotto a un club di capi e di eletti. Credo che chi è interessato alla politica e viene da esperienze uliviste, non importa se abbia appoggiato Bindi o Veltroni, debba più che mai incidere come iscritto  ed elettore adesso, con continuità, sulla vicenda del Pd, i cui esiti sono apertissimi.

Mi piange il cuore constatare come tante energie morali e intellettuali abbiano deciso di non contendere alla logica degli apparati e microapparati presenza e posizioni. Esiste anche la forza delle idee, che può essere agita e il microprofessionismo  cui fa riferimento Massimo è davvero un gatto e non la tigre con l zampe di argilla. Naturalmente anche la logica delle truppe dei dominus  ( e ognuno si scelga il dominus che gli piace) non viene accolta come terreno di confronto politico e culturale serio. Il problema è purtroppo che c’è una progressiva abdicazione  di ruolo  anche nei migliori e un ritirarsi dall’autonomia della politica. “Io penso, io posso” dovrebbe essere l’autocoscienza quotidiana  dei dirigenti più onesti e sensibili delle forze innovatrici del Pd. Diversamente, restano i Cromwell, aspiranti tali naturalmente, di varie entità territoriali. Ma il cromwell vero fu il primo a tagliare la testa del re.  

 

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Venerdì 26 febbraio 2016
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Presiede: Magda Negri

Intervengono: Davide Gariglio, Mercedes Bresso, Alberto Majocchi, Enrico Morando

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Così come Syriza in Grecia non era il futuro profetico per la sinistra italiana, così non dobbiamo considerare che la sconfitta di Miliband in Inghilterra sia esattamente trasponibile nel dibattito della sinistra italiana. In Inghilterra ha pesato potentemente lo straordinario successo del partito nazionalista scozzese. Non facciamo equazioni troppo semplici. In Italia aspettiamo l’esito delle elezioni amministrative. Credo andranno bene, anche se peserà la disaffezione degli elettori vrso le elezioni locali. La formazione delle liste in Campania è il simbolo di un grave problema che si sta determinando nel PD: non basta imbarcare tutti per vincere. Bisogna vincere lealmente, con persone presentabili.

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