Esaurite le comfort zones
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- Creato: Martedì, 14 Febbraio 2023 08:53
Quando facevo le elementari, a Novara, c'erano nella nostra scuola dei bimbi che abitavano nel Villaggio Dalmazia, un insieme di case alla periferia che accoglieva i profughi giuliano - dalmati.
Capivo poco chi fossero, nessuno mi spiegava niente.
Dopo tanti anni, come in un gigantesco Cold Case, riemergono le vite, le sofferenze, anche la morte di migliaia di cittadini di etnia italiana, gli istriani e i giuliani dalmati, travolti dalla storia del confine orientale, italianizzato a forza dopo la prima guerra mondiale ,, rioccupato da Tito dopo la seconda, con la vittoria sui nazifascisti invasori.
Dopo tanti anni mi sembra che la memoria storica è diventata più coraggiosa, oggettiva, senza giustificazionismi.
La verità rende liberi, ha detto ieri Mattarella alla cerimonia per le vittime delle foibe.
Sono d'accordo.
E mi sembra di riconoscere, dopo 60 anni, quei bimbi del Villaggio Dalmazia, che mi sembravano strani, diversi, e non capivo cosa ci facessero, a Novara.
Al Congresso della Lega delle cooperative del Piemonte, nella splendida sala della Nuvola Lavazza.
Gran Convegno, 200 delegati, relazioni importanti, contributo di sindaci e presidenti di Fondazioni bancarie..
Aspettiamo al pomeriggio tavola rotonda sulla sostenibilità ambientale, con il ministro Gilberto Picchetto.
Ho già visto 3 telegiornali e ascoltato qualche rassegna stampa.
La tragedia del terremoto in Anatolia e Siria ci dice tante cose.
Quello è un posto geologicamente dannato, ma la speculazione, la povertà dei materiali ecc. ha fatto il suo.
Sembra che gli aiuti arrivino in modo differenziato verso la Siria.
Anche la geopolitica fa del suo.
Io ho paura del sottosuolo.
Se sono in macchina cerco di evitare tunnel e gallerie.
Nelle città evito sistematicamente le metropolitane.
Adesso estraggono dei bimbi di pochi mesi dai calcinacci.
Miracolosamente.
Ma penso alle tante persone ancora vive che non riusciranno a raggiungere in tempo.
Mi chiedo cosa farei al loro posto.
Forse solo chiudere gli occhi e sperare, fino alla resa.
https://www.open.online/2023/02/07/turchia-terremoto-malatya-bimbo-video/
Capita spesso che mi svegli verso le 3 di mattina, con la televisione accesa.
Questa mattina all'alba mi sono incontrata con Joe Biden, che stava facendo in diretta il suo discorso sullo stato dell'Unione.
Gran discorso davvero, molto applaudito dai democratici e talvolta interrotto dai repubblicani.
Non avevo mai sentito Biden in diretta: una lunga conversazione piana, tranquilla, costellata da esempi concreti, che sembrava fluire naturale, anche se sfogliava delle pagine in cartelle di cellophane.
I problemi erano molto simili a quelli italiani: difendere i salari dei lavoratori dall'inflazione, combattere l'evasione e l'elusione fiscale, difendere la scuola pubblica, e specialmente la sanità, investire sulla ricerca contro il cancro e addirittura quadruplicare le tasse alle grandi compagnie petrolifere e che gestiscono il gas, in quanto i profitti sono diventati altissimi.
Non eravamo più in Europa e in Italia quando ha affrontato i tempi della violenza della polizia contro gli afro americani, la diffusione indiscriminata delle armi tra i giovani ecc....
Netto sulla difesa dell'Ucraina, ha terminato con un crescendo patriottico e messeanico sul ruolo degli Usa come guida morale della politica democratica e del mondo.
Decisamente eccessivo nel rivendicare questa egemonia assoluta, toni presidenziali...
E' sembrato il discorso della sua imminente nuova ricandidatura.
Bellissimo lo slogan di tutto il discorso: "Dobbiamo finire il lavoro"... Purtroppo non possiamo copiarlo e l'Italia e le imminenti regionali, per le quali dovremmo coniare invece: "Dobbiamo ricominciare il lavoro".
Un lucido e arzillo ottantenne.
https://www.rainews.it/articoli/2023/02/biden-al-gop-nel-discorso-sullo-stato-dellunione-lavorare-insieme-e04028f9-1745-4be0-a1c2-abf0a5f7172d.html
Così come Syriza in Grecia non era il futuro profetico per la sinistra italiana, così non dobbiamo considerare che la sconfitta di Miliband in Inghilterra sia esattamente trasponibile nel dibattito della sinistra italiana. In Inghilterra ha pesato potentemente lo straordinario successo del partito nazionalista scozzese. Non facciamo equazioni troppo semplici. In Italia aspettiamo l’esito delle elezioni amministrative. Credo andranno bene, anche se peserà la disaffezione degli elettori vrso le elezioni locali. La formazione delle liste in Campania è il simbolo di un grave problema che si sta determinando nel PD: non basta imbarcare tutti per vincere. Bisogna vincere lealmente, con persone presentabili.